Padova, 26 aprile 2023 – Anche alle istruttrici di equitazione vengono delle curiosità: come è successo a Laura Boscolo, che ci ha raccontato un dialogo tra lei e la madre di uno dei bambini che frequentano il suo pony club.
“Più che a uno sport ho pensato a un’opportunità”, è stato l’incipit della signora, che ha poi continuato: “L’equitazione, infatti, non solo è uno sport all’aperto, a contatto con la natura e gli animali, ma è qualcosa di più. Io non monto a cavallo, ma quello che vedo nell’equitazione è la possibilità per i bambini di entrare in sintonia con un animale. L’equitazione insegna il rispetto e l’empatia verso un altro essere vivente. Ciò che vorrei che mia figlia imparasse è a rispettare gli altri, a conoscerne i bisogni, a prendersi cura di loro. I cavalli sono il primo passo per responsabilizzare i ragazzi e renderli autonomi e consapevoli delle esigenze altrui. Riuscire a gestire l’emotività di un cavallo, poterlo rassicurare e condurre dimostra una grande capacità di gestione delle emozioni. Lo sport e l’agonismo ne sono poi una conseguenza. Il cavallo diventa parte della squadra, un compagno con cui condividere esperienze, ma anche qualcuno che pensa e decide autonomamente con il quale si deve instaurare un rapporto di fiducia e rispetto”.
Queste le parole di una mamma che probabilmente rappresentano il pensiero della maggior parte dei genitori che si affacciano al mondo dei cavalli.
Spesso il primo contatto che la famiglia ha con la scuderia avviene attraverso i centri estivi organizzati dalle scuole di equitazione.
Attività all’aperto per bimbi che si annoiano facilmente e si entusiasmano poco e per genitori in cerca di un posto sicuro dove lasciare i figli, dove possano imparare qualcosa.
Durante la bella stagione i maneggi richiamano più visitatori, permettendo a tutti di entrare a contatto con quel colpo di coda di vita bucolica ormai assente nelle grandi città.
Arrivano famiglie con bambini che a volte non hanno mai visto un cavallo, se non in televisione o su internet.
Lo stupore di fronte a un essere vivo e cosciente, l’ilarità per le sue espressioni curiose, lo sgomento per odori e rumori sconosciuti.
Emblematico è il pensiero di un operatore con esperienza di centri estivi e attività con i ragazzi: “I bambini che sono abituati a sporcarsi sono pochi ormai. Mancano a volte di spontaneità e di contatto con la realtà. La loro è un’esistenza legata al virtuale. Ho notato nel mio rapporto con i ragazzi e i bambini che le criticità maggiori sorgono nell’affrontare le difficoltà: non c’è inventiva, non c’è spensieratezza. Se ci sono dei problemi per loro sono sempre insormontabili e catastrofici. La maggioranza ha una visione negativa delle esperienze, c’è sempre da stare in guardia, preoccuparsi di qualcosa, sono pochi i piccoli che provano esperienze nuove senza il timore di sbagliare”.
Incredibile come anche bambini in età prescolare dicano frasi come, “non riesco” o “non sono capace” prima ancora di provare.
I cavalli possono essere d’aiuto in questo.
L’avere la responsabilità di un pony o un cavallo, anche solo di accompagnarlo da un punto a un altro, comporta la necessità di diventare autonomi, accettando le nuove sfide con entusiasmo e privi del timore di fallire.
L’autostima e la sicurezza sono i traguardi ai quali si tende nei primi incontri con i cavalli. Poi subentra il controllo delle emozioni, l’arte della pazienza e dell’empatia”.
Fino a qui sembra che le nuove generazioni siano senza speranza, ma in realtà non è altro che la solita storia che si ripete: le generazioni passate guardano con occhio critico le nuove, con le classiche frasi come “Ai miei tempi” e “Alla tua età saltavo i fossi per lungo”.
Le vecchie generazioni sono state a loro volta considerate perdute e sbagliate.
Gli ultimi arrivati sono sempre senza spina dorsale, senza passioni, senza sogni, senza sentimento.
Ma è davvero così?
C’è invece da analizzare la situazione scevri da ogni personalizzazione del pensiero, attuando un modello di sistematica imparzialità, ma soprattutto volto alla risoluzione delle criticità.
Non ha senso limitarsi ad elencare i problemi con aria sbalordita, quasi inorridita, per tutta questa assurda gioventù.
Innanzitutto, calarsi nel presente: i tempi sono cambiati, le priorità, i modi di comunicare, di interagire che lo si voglia accettare o meno.
Siamo collegati con il mondo, ma spesso scollegati da noi stessi e da chi ci è più vicino.
Abbiamo infinite possibilità e dall’altra parte il timore di scegliere. Incertezza e solitudine rappresentano questo tempo, ma anche rapidità del cambiamento e una tecnologia amica, ma così difficile da usare con saggezza. Non c’è azione e comportamento che non abbia una risonanza virtuale, che non sia messa in rete. Non si è perso il gusto del tenere e vivere le cose per sé, semplicemente è cambiato il modo di considerarle.
E i cavalli in tutto questo?
I cavalli non sono l’ancora di salvezza perché non c’è nessuno da salvare, ma sono i custodi di valori che non tramonteranno mai: l’empatia, il rispetto, la fiducia in sé e negli altri, l’autodisciplina, la responsabilità e la passione.
Questi sono valori che attraversano i tempi e che vanno tramandati.
Una banale settimana estiva presso una scuderia è un modo per imparare a conoscere se stessi, i cavalli non fanno differenze fra coloro che incontrano, semplicemente pesano la nostra anima alla prima occhiata.
Ci mettono a nudo, leggono i nostri pensieri prima ancora che possiamo farlo noi stessi.
Sanno come ci sentiamo e anche quello che abbiamo mangiato (il cavaliere internazionale Michel Robert diventò vegetariano per questo).
I cavalli sono animali predati, a loro interessa stare lontano dai pericoli e sentirsi al sicuro.
Accanto a noi, che invece siamo predatori, possono essere a loro agio solo se entriamo in complicità e sintonia con loro.
I pony sono piccoli cavalli buffi dalle criniere arruffate e lo sguardo furbetto, sono i migliori insegnanti di vita per i nostri bambini aiutandoli ad affrontare una vita piena di frustrazioni e difficoltà, ma anche di sorrisi e amicizie.
Grazie a Laura Boscolo Contadin per aver condiviso con noi queste riflessioni.