Benevento, 20 febbraio 2018 – Un piccolo pony pezzato: è morto legato ad un albero a Sant’Agata di Goti, in contrada Bagnoli.
La fame, la sete, la crudeltà umana lo hanno fatto morire lì, da solo, senza capire il perché, menttre cercava disperatamente di slegarsi, scappare, sopravvivere.
Il fatto è stato denunciato dal Coordinamento Provinciale benevento Fareambiente, la povera creatura è stata ritrovata casualmente in un punto del bosco nascosto alla vista dei pochi frequentatori della zona.
Hanno scritto le guardie zoofile: «Abbiamo fatto la solita denuncia contro ignoti e chiamato carabinieri forestali e vigili urbani, la Asl ha organizzato il trasferimento del corpo all’inceneritore. Provvederemo anche a fare un esposto alla magistratura sempre, purtroppo, contro ignoti; chiedendo il riconoscimento del reato di uccisione di animale con l’aggravante della crudeltà. Non servirà a molto, lo sappiamo tutti. Non servirà neppure risalire al proprietario del terreno, perché non sapremo mai chi è l’aguzzino del piccolo pony».
Se si rintracciasse mai chi ha fatto una cosa del genere, se si rintracciasse mai, la pensa sarà giustamente commisurata alla gravità del fatto, e alla pericolosità sociale di chi è capace di fare una cosa del genere?
Perché, diciamocelo chiaro: chi è capace di fare una cosa del genere ad un pony, cosa non è capace di fare a qualsiasi altro essere indifeso e più debole di lui?
Perché non è (solo) tanto importante punirlo per questa cosa, è importante impedirgli che ne faccia altre e magari peggiori: chi usa deliberatamente la crudeltà con un animale è capace di fare male anche alle persone.
Perché una cosa come questa va riconosciuta come un sintomo certificato di pericolosità sociale, e non solamente punita come se fosse fine a se stessa.
Qui le immagini della notizia, sulla pagina Facebook del Coordinamento Provinciale Fareambiente di Benevento; noi l’abbiamo letta qui