Bologna, 8 marzo 2024 – L’occasione è la mostra fotografica curata da Giulia Ferraresi all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, dove rimarrà sino al 15 marzo 2024.
Il titolo è ‘Donne’, le immagini le ha scattate il fororeporter e giornalista bolognese Mario Rebeschini che per tanti anni ha collaborato anche con la nostra testata portandoci reportage e servizi a tema equestre da ogni parte del mondo.
Tra le immagini della mostra infatti ce n’è anche una dedicata alle amazzoni: una esplosione di girasoli dove due donne, in sella ai loro cavalli, sembrano conoscere una via d’uscita segreta, che solo i loro occhi sono capaci di trovare.
O forse il loro cuore di sentire, chi lo sa.
Perché anche se la fotografia è di quelche anno fa le donne sono sempre così: capaci di risorse inattese, delicate e forti, sensibili e determinate.
Forse quello che è un po’ cambiata negli anni è la consapevolezza del nostro diritto a sentirci sicure: adesso abbiamo imaprato a metterci il cap anche al di fuori del maneggio, ma anche a pretendere rispetto quando non ci è dato.
E alla fine anche un particolare apparentemente così tecnico, un dettaglio materiale è indicativo di un atteggiamento ben preciso: fare qualcosa di reale per stare bene, prevenire i problemi per quanto possibile ed essere le prime a fare qualcosa per noi stesse.
Avere cura di noi, anche per poter continuare ad aver cura degli altri: ma non solo degli altri.
Di seguito riportiamo la bella intervista che la collega de Il Resto del Carlino di Bologna, Benedetta Cucci, ha fatto nei giorni scorsi a Rebeschini: grazie per tutte le tue foto Mario, perchè i tuoi occhi vedono sempre il lato più bello di ogni mondo.
Mario Rebeschini inizia a parlare della sua mostra fotografica ’Donne’, curata da Giulia Ferraresi, inaugurata ieri alla sede dell’Assemblea Legislativa della nostra Regione, in via Aldo Moro 50, in occasione dell’8 marzo e ad un certo punto, sull’onda di un ricordo intona: “Prego vuol ballare con me? Grazie preferisco di no”. E’ ’Grazie prego scusi’ di Adriano Celentano, suo coetaneo tra l’altro, e la canzone è perfetta perché restituisce un contesto alla storia di un grande fotografo che, tra i tantissimi scatti di una vita, ha selezionato trenta immagini dedicati alle donne della sua vita, che sono parecchie. Perché non sono solo quelle di famiglia, ma sono anche tutte coloro che ha incrociato e immortalato nella sua lunga carriera. Operaie, vigilesse, insegnanti, studentesse, impiegate, suore, nonne, mamme, italiane, straniere, fotografate nella sua Bologna e in giro per il mondo, al lavoro o a una manifestazione.
“È stato bellissimo correre su e giù per il mio archivio a cercare le donne per questa mostra – racconta Rebeschini, per lungo tempo collaboratore del Carlino – e mentre sceglievo mi tornavano in mente i momenti dello scatto, i loro racconti e il loro impegno politico e sociale”. E ammette di aver scelto “foto serene, in cui si vede che il fotografo è stato accettato”. Poi rivela che il suo rapporto con le donne non è sempre stato facile. Ed è una bella ammissione da parte di un uomo, di questi tempi, perché si tratta di riconoscere anche il fatto che, in una società ancora tanto patriarcale come la nostra, è spesso difficile entrare nella mente di una donna e non solo accettarla, ma anche prenderla come ispirazione verso un linguaggio più empatico, comprensivo, pacificato. “Prima di diventare fotografo – dice – ho lavorato in un’agenzia di pubblicità di sole donne e per me che venivo da un mondo come quello della tipografia ed ero un maschilista, è stato un impatto forte, non capivo nulla di quel nuovo contesto, ma sono cambiato e anche il rapporto con mia moglie è migliorato”. Poi un aneddoto, ancora donne, ancora stima e sorrisi: “Un giorno dovetti andare a fare un servizio a una manifestazione di femministe – ricorda – ed ero preparato a una cosa non facile, infatti appena arrivato hanno iniziato a farmi un sacco di domande, ma la mia intervista l’ho portata a casa”. E conclude: “Mi ferma ad un tratto una femminista e mi chiede perché secondo me sono riuscito a fare l’intervista, cosa cui non saprei rispondere, ma la risposta me la dà lei e mi dice: perché sei bellino”.
La mostra è visitabile fino al 15 marzo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30 nella sede dell’Assemblea legislativa in Viale Aldo Moro 50.
Benedetta Cucci