Bologna, 11 gennaio 2021- Ci sono volte che la vita ti riserva delle vere e proprie prime: occasioni speciali da tenere per sempre nell’archivio delle memorie più belle prima ancora che nell’indice delle esclusive in campo professionale.
Noi di Cavallo Magazine abbiamo avuto l’onore di essere invitati all’addestramento congiunto dei reparti montati dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato per le operazioni di ordine pubblico: siamo i primi ad avere avuto questa occasione, e più che ai nostri meriti attribuiamo la responsabilità di tutto al fatto che, con militi e agenti delle nostre forze dell’ordine, lavorino quotidianamente i cavalli.
Cavalli delle Murge per l’esattezza, un Made in Italy di qualità. E pur seguendo percorsi diversi entrambi gli schieramenti hanno finito per scegliere questa razza: affidabili, calmi, disponibili e anche imponenti, con quel mantello di velluto nero e serio che sembra fatto apposta per le occasioni importanti.
Perché il loro sarà sempre un lavoro importante: sono impiegati per concorrere a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica in supporto ai reparti appiedati della Linea Mobile.
Ma scordatevi le cariche di vecchia memoria, sciabole sguainate e cavalli che fuggono in avanti al galoppo: oggi i reparti montati hanno obiettivi del tutto diversi, e il cavallo non serve ad offendere o attaccare ma a contenere eventuali movimenti di persone, bloccare il passaggio a manifestanti più o meno pacifici o al contrario permettere e proteggere quello di mezzi di soccorso e di supporto.
Abbiamo assistito a questo programma di lavoro comune tra Arma e Polizia nelle case di entrambi: il Tenente Colonnello Leonardo Colasuonno, Comandante del Gruppo Squadroni 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo ci ha accolti alla caserma Salvo D’Acquisto di Roma, mentre il Primo Dirigente della Polizia di Stato dottor Carlo Eugenio Del Monte ci ha aperto le porte del Centro di Coordinamento dei servizi a Cavallo e Cinofili di Ladispoli di cui è Direttore.
Due ambienti diversi, organizzazioni appartenenti entrambe alle forze dell’ordine con compiti di pubblica sicurezza dalle caratteristiche differenti: ma uniti da sempre sul nostro territorio nel lavoro, quotidiano o straordinario, al nostro servizio.
Ed è per questo che tanti uomini e donne dei due corpi si stanno impegnando, e hanno trovato un modo nuovo di usare il cavallo al servizio della comunità: perché grazie all’addestramento dei reparti montati, organizzati ognuno su 8 binomi, è possibile agire sui gruppi di persone da controllare senza uso di forza o violenza ma “semplicemente” agendo secondo il noto principio della materia per cui lo spazio occupato da un corpo non può contemporaneamente essere occupato da un altro corpo. Guardando le dimostrazioni a Tor di Quinto e Ladispoli è stato molto interessante, per noi maniaci dell’equitazione, vedere come l’addestramento formale di maneggio sia funzionale alla manovrabilità di questi reparti: i quadrati, le linee, i cambiamenti di fronte si susseguono un dopo l’altro tra fumi e spari, luci e ombre, i cavalli seri come allievi di qualche buon collegio rispondono veloci agli aiuti e riescono come per magia a spostare persone, circondare macchine e proteggere ritirate. La loro forza è la presenza, l’obiettivo da raggiungere quello di controllare il campo di operazione senza mai danneggiare il cittadino, senza mai arrivare al contatto tra agenti e dimostranti e preservando così l’incolumità di tutti.
Perché sono al nostro servizio, prima di ogni altra cosa.
In queste due giornate abbiamo conosciuto donne e uomini speciali: la passione per il lavoro che fanno traspare chiara dal modo in cui i loro cavalli reagiscono alla loro presenza e alle loro cure. Si capisce dalle parole del Brigadiere Martinelli, coinvolgente tanto da trasmettere ai suoi uomini le sue sensazioni e le sue passioni, e da quelle dell’assistente Filippo Di Palma che nella selleria della Polizia di Ladispoli ci spiega con orgoglio l’evoluzione delle selle utilizzate per l’OP, ora diventate veri e propri strumenti professionali. O dalle brevi osservazioni che ascoltiamo qua e là, parlando dei cavalli. E quella che più di tutte spiega l’obiettivo di tanto lavoro la fa proprio uno degli uomini che lo svolgono ogni giorno: “Sa quante volte mi è capitato che uno dei manifestanti che avevamo di fronte si è fermato, e mi ha detto ‘Ehi, ma che bello che è il tuo cavallo’?”.
Perché è questa la magia dei cavalli: rendono sempre più umane le persone, e smorzano la rabbia.
Franco Giani e Francesco Taraschi: due consulenti esterni per crescere insieme
Giani per l’Arma e Taraschi per la Polizia hanno portato all’interno delle due compagini le nozioni di addestramento etologico che hanno condensato e affinato nel loro lavoro di addestratori: formano cavalli e cavalieri insieme, così da innestare in modo permanente un nuovo modo di rapportarsi al cavallo in un ambiente dove, per tradizione, è sempre stato presente.
Murgesi dell’Arma e Murgesi poliziotti: da dove arrivano e dove vanno
Che il Murgese si sia fatto scegliere da due gruppi di lavoro diversi per lo stesso tipo di impiego è un complimento diretto alle sue qualità: temperamento calmo, grande disponibilità al lavoro e all’addestramento, physique du rôle che lo rende perfetto a trasmettere con la sua imponenza una sensazione naturale di rispetto. I Carabinieri se lo sono trovati in famiglia nel 2017, con l’acquisizione dell’allevamento della Forestale di Masseria Galeone a Martina Franca, in Puglia, dove già da anni i puledri vengono cresciuti dando loro un positivo imprinting umano dalle prime ore e addestrati secondo etologia: da lì è stato logico trarre i primi soggetti da arruolare nell’Arma, che vista la buona riuscita (ce ne sono alcuni anche nel corpo dei Corazzieri al Quirinale) hanno presto attirato l’attenzione e convinto chi di dovere a puntare su di loro per le operazioni di OP. Una volta terminata la loro carriera lavorativa, i cavalli dei Carabinieri vanno in pensione al prato in una delle tenute della Repubblica Italiana, come quella di Castelporziano sul litorale romano.
La Polizia di Stato acquisisce invece i suoi cavalli sul libero mercato, e nelle Murge si reca per selezionare direttamente dagli allevatori i soggetti più adatti alla bisogna: molto importante per loro individuare quelli che sono stati cresciuti e addestrati con particolare attenzione al loro equilibrio, adatti ad affrontare gli stress della vita da operatore di pubblica sicurezza.
L’arma segreta? L’addestramento
Pur partendo dalla solida base della riconosciuta disponibilità Murgese, un cavallo che dovrà affrontare situazioni complicate come quelle possibili sugli scenari dell’ordine pubblico deve essere desensibilizzato, abituarsi cioè a non reagire in modo istintivo nemmeno in mezzo a scoppi, esplosioni, fumo, urla, concitazione, luci lampeggianti nel buio o altre provocazioni. Per ottenere questo Arma e Polizia di Stato hanno adottato i metodi etologici e naturali, antichi come il cavallo stesso ma recentemente sintetizzati e divulgati da diverse scuole: attraverso vari esercizi il cavallo verrà abituato a concentrarsi, superare le sue paure istintive di preda, prendere confidenza con lo spazio che gli sta intorno e preparandolo mentalmente alle più diverse situazioni che potrà trovarsi ad affrontare. Fondamentale scopo di tutto l’addestramento è di ottenere soggetti sempre in grado di rispondere alle richieste dei loro cavalieri, senza creare ulteriori difficoltà in momenti già problematici di loro.
Carabinieri e Polizia: che differenza c’è?
L’Arma per antonomasia appartiene alle forze armate e dipende dal ministero della Difesa.
Nata nel 1814, fino al 2000 ha fatto parte dell’Esercito Italiano mentre adesso ha una struttura autonoma. Dal 2017 ha assorbito il Corpo Forestale dello Stato (esclusi quelli delle cinque regioni italiane a statuto speciale) che è diventato il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare che dipende dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
La Polizia di Stato dipende dal ministero dell’Interno ed è una struttura civile; i primi corpi di polizia dell’allora Regno di Sardegna vennero istituiti nel 1848. Negli anni vennero creati e sciolti diversi corpi di guardie di pubblica sicurezza. Dal 1961 entrarono in servizio le prime ispettrici , nel 1981 la riforma che ne riorganizzò status e struttura in un «corpo civile militarmente organizzato», sostituendo i gradi militari con le qualifiche.