Bologna, 24 luglio 2023 – Tutto e il contrario di tutto… la Svizzera è una nazione unica nel suo genere. È fuori dall’Europa pur essendo geograficamente al centro del Vecchio Continente. È una confederazione molto identitaria dove tuttavia si parlano più lingue differenti… Ed è soprattutto un paese abituato a non guardare troppo a ciò che succede oltre i propri confini (ovvero dove abitano cittadini che non siano elvetici) e allo stesso tempo disposto a ‘lasciarsi guardare da fuori’ quando sono gli ’altri’ a voler imparare da loro.
Non faccia quindi meraviglia se il popolo di Guglielmo Tell, mentre il resto d’Europa tra mille controversie sta cercando di abolire il trasporto a trazione animale, a Ginevra abbia pianificato di reintrodurlo e potenzialo.
Dopo aver attuato una serie di provvedimenti per disincentivare l’uso delle vetture (per esempio trasformando i parcheggi in parchi) e per favorire la cosiddetta mobilità dolce, l’amministrazione comunale di Ginevra ha preso la decisione di aggiungere ai mezzi per rivoluzionare gli spostamenti urbani le carrozze e i cavalli.
L’organizzazione L’Attelages du Léman, che aveva fatto una prima richiesta nel 2018, ha ottenuto il via libera a poter circolare in alcune zone di Ginevra – utilizzando un punto di sosta fisso in città – per una fase pilota di un anno. Dal 7 luglio l’organizzazione fondata da Shkelzen Hajdari svolge questo servizio, in piena sintonia con i progetti dell’amministrazione che sul sito istituzionale afferma che l’evoluzione della mobilità a Ginevra “molto concretamente, vedrà la trasformazione di parte delle strade e dei parcheggi in luoghi favorevoli a pedoni e biciclette, spazi verdi o anche luoghi ricreativi come terrazze e campi da gioco”.
De l’Attelages du Léman si era già parlato a Ginevra perché il servizio Hippobus (un carro con traino a due) era stato scelto per sostituire una navetta a guida autonoma sul tragitto place de Meyrin-Village-Gare de Meyrin.
Ora, le battute sull’opportunità di mettere i cavalli a lavorare in strada potrebbero sprecarsi… Ma di una cosa siamo certi: a Ginevra (come ovunque in Svizzera) non ci sarà alcun problema a rispettare le regole per la tutela del benessere animale. E sicuramente ci saranno i dovuti e frequenti controlli.
La questione dei lupi
È ancora viva nella memoria l’aggressione mortale di lupi ai danni di un puledro del Crea a Montelibretti. Più di un proprietario sta affrontando la stagione dei cavalli al paddock con qualche preoccupazione in molte regioni d’Italia. Soprattutto nelle zone montagnose interne dove i lupi sono da sempre ‘coinquilini’ sotto attenta osservazione.
Bene, anche loro, i lupi, sono un altro degli argomenti sul quale gli elvetici hanno offerto un punto di vista diverso e piuttosto interessante. Popolo di cacciatori in virtù di un territorio per molte parte montagnoso e ricco di fauna, gli svizzeri da tempo seguono con attenzione e in maniera scientifica le evoluzioni della popolazione dei lupi che insiste sulle montagne. Stiamo parlando di 26 branchi e una dozzina di coppie, tutti perfettamente riconducibili a un’anagrafica e a una mappatura sempre aggiornate.
Nella prima metà del 2023, in Vallese e nei Grigioni – i cantoni della Svizzera più interessati dal fenomeno – i lupi hanno ucciso meno animali da reddito rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Di conseguenza sono diminuite anche le domande di abbattimento.
Secondo uno studio condotto dal Gruppo Lupo Svizzero (GLS), nel primo semestre del 2022 le autorizzazioni erano state sei, quest’anno nemmeno una. In Vallese i predatori hanno ucciso il 55% in meno di animali da reddito, nei Grigioni perfino l’80% in meno. E ciò nonostante una popolazione di lupi in aumento.
Secondo l’organizzazione GLS il calo si spiega con le migliori misure di protezione delle greggi finanziate dalla Confederazione, che numerosi alpeggi hanno attuato per la prima volta quest’anno. I grandi sforzi dei proprietari degli animali da reddito pare abbiano dato buon esito.
Lo scorso 1° luglio è entrata in vigore in Svizzera la nuova ordinanza sulla caccia con cui il Consiglio federale facilita l’abbattimento di lupi problematici, ovvero di quelli che arrecano danni gravi agli allevatori. Così come quelli che arrivano a rappresentare un rischio per l’uomo. Ma nella maggior parte dei casi, ci spiega lo studio del GLS, i lupi (anche loro svizzeri…) stanno al loro posto!