Perugia, 10 agosto 2019 – Abbiamo pensato che sarebbe stata interessante una serie di brevi interviste sul tema cavalli anziani, e come vengono gestiti; le domande che abbiamo posto saranno le stesse per tutti i proprietari di diversi soggetti dalla veneranda età che abbiamo individuato in tutta Italia, e che hanno militato in diverse discipline equestri.
Lo sfondo della prima storia che vi raccontiamo è Città della Pieve, sulle colline umbre, dove c’è Poggiovalle Tenuta Italiana: e nel territorio di questa grande azienda agricola (più di 1.000 ettari) è attivo il centro ippico Equimania, gestito da Tania Favaron e Samuele Onnis.
Con loro dal 2001 vive Topolino: un pony dal mantello isabella e il caratterino pepato che, nonostante le molte primavere, mantiene una forma invidiabile e una verve a tutta prova.
Parliamo di Topolino con Tania, che ci racconta tutto di lui e della loro vita insieme.
Chi è il cavallo o pony più vecchio che avete in lavoro attualmente, e quanti anni ha?
«Il pony Topolino, di 32 anni almeno».
Di che razza è, da dove viene, da quanto tempo è con voi?
«E’ un pony di origine sconosciuta, con noi da 18 anni: quando lo abbiamo acquistato dai documenti risultava avesse 14 anni, ma pensiamo ne contasse già qualcuno di più».
Cosa ha fatto nella sua vita, quale è stato il suo lavoro?
«Da quando l’ho preso ha sempre lavorato nella nostra scuola, che fino a qualche tempo fa era a Roma. È sempre stato un pony di carattere, vispo e ed energico. Ha messo in sella tantissimi bambini e i più ambiziosi con lui si sono divertiti tantissimo: chi non si impressionava per qualche sgroppatina con lui ha partecipato a competizioni di salto ostacoli fino alle BP 80 e alle prime riprese di dressage. All’inizio ha partecipato anche a gare di pony games a squadre, la sua passione è giocare e lavorare con i bambini, li adora».
Cosa fa ora?
«Ha ridotto molto il suo impegno, ma quando qualche anno fa ho deciso di metterlo a riposo ho visto in lui un forte stato di avvilimento e tristezza. Mangiava anche di meno e le conseguenze si iniziavano a vedere chiaramente sul suo stato fisico. A questo poi si era aggiunta la mancanza del suo amichetto di giochi, Allegro, che avevo venduto: aveva risentito molto di questa separazione, ma per fortuna ora ho potuto ricomprare Allegro e sono di nuovo felici, insieme nel paddock. Ora lui lavora con i bambini in maniera molto più leggera, ma comunque lo teniamo sempre a contatto con loro. Non fa più lezioni impegnative, solo i battesimi della sella e le prime lezioncine al passo e qualche accenno di trotto, si fa pulire da loro e allora si trasforma in una statua, lo ha sempre fatto, soprattutto se li vede piccoli. Quando viene strigliato si gira verso i bimbi e li spinge con il muso verso di sé e mentre siamo in campo, lo stesso fa con me: appena mi avvicino al suo muso, ti appoggia la sua bocca alla gamba e ti spinge. E se devo essere sincera, sembra che si diverta davvero tanto a sporcarmi!».
Il suo carattere: come è cambiato nel tempo?
«Era un pony da girare bene alla corda prima di darlo ai bimbi, ma anche adesso sgroppa e galoppa a coda dritta alla corda se rimane fermo due giorni, ha sempre bisogno di sgranchirsi un po’ altrimenti ti fa i suoi soliti scherzetti, in modo molto più soft ma li fa: che magari cammina mentre i bimbi montano in sella, fai fatica a tenerlo al passo ed è più scattoso, meno rilassato».
Come gestite un pony della sua età? quali accortezze usate?
«Purtroppo si iniziano a vedere i segni della vecchiaia anche se davvero non si può dire che dimostri i suoi anni, per adesso; ma ormai i denti non gli permettono di mangiare il fieno a fibra lunga, dopo un brutto periodo siamo riusciti a trovare la giusta alimentazione che lo ha fatto ritornare una palletta di ciccia, speriamo a lungo. Anche gli occhi sono più deboli, necessitano di più attenzioni e cure: quando ci sono moti insetti porta sempre la mascherina per proteggerli. Ma le cure di cui necessita a causa dell’età non sono un problema, l’importante è che rimanga ancora con noi: anche se non riesco a pensare di vederlo soffrire, o stare male».