Viterbo, 8 settembre 2020 – Gemellaggio, che parola bella: quell’atto simbolico con cui due differenti entità sociali stabiliscono di istituire e sviluppare fra loro legami di stretta fraternità.
E gli allevatori di cavalli Maremmani e Murgesi domenica 6 settembre 2020 a Marta, in provincia di Viterbo, hanno fatto proprio questo: incontrarsi per festeggiare il loro gemellaggio, quindi onorare le tante cose che li uniscono e valorizzare anche le inevitabili differenze, che arricchiscono.
Teatro dell’incontro il centro ippico dell’associazione La Bardella Maremmana; la scintilla che ha dato l’idea è stata di Massimiliano Luzi, allevatore marchigiano che aveva già potuto apprezzare il lavoro fatto da questi cavalieri e ha portato da loro 2 cavalli Murgesi, che verranno addestrati alla monta Maremmana.
I presidenti delle due rispettive associazioni allevatori, Fabrizio Mecocci per l’A.n.a.m. e Leonardo Fusillo per A.n.a.m.f., ovviamente presenti a sancire l’ufficialità di questo primo incontro, hanno potuto godere di tutta la tranquillità necessaria ad approfondire i vari temi d’interesse.
Per Leonardo Fusillo questa di Marta è “…una bella iniziativa tra due realtà quasi simili a livello di storia e tradizioni del cavallo, entrambe con l’ obiettivo di lavorare sempre con la purezza della razza. Unica differenza che loro gestiscono il loro Libro Genealogico da diversi anni e hanno fatto molti progressi nel metodo di selezione (ad esempio l’utilizzo sistematico degli indici genetici, morfologici, performance test); noi speriamo di riuscire presto ad avere la gestione dei nostri libri genealogici (il discorso riguarda anche i superbi Asini di Martina Franca) dopo diversi anni gestiti da enti che non hanno fatto nulla per le nostre razze e poter quindi raggiungere gli stessi obbiettivi già consolidati dai nostri amici maremmani”.
Fabrizio Mecocci ha sottolineato che “…quello di domenica è un grosso passo avanti: ed era così semplice da compiere. Le nostre due razze sono tra le più importanti in Italia dal punto di vista della rappresentanza numerica; hanno entrambe un passato molto ben radicato nei loro luoghi di origine e nella tradizione locale, e lo sguardo rivolto al futuro. In questo senso è molto significativo lo sforzo fatto dai pugliesi per ottenere il riconoscimento giuridico di A.n.a.m.f.: sta a significare la voglia di progredire e il loro desiderio di guardare alla modernità. Che significa produrre cavalli fruibili da tutti: quindi i tanti punti in comune che caratterizzano le nostre associazioni possono fare si che ci si rafforzi l’un l’altra, in un un percorso comune”.
Il tutto con l’atteggiamento di chi è ben consapevole che, per diventare amici e collaborare, non c’è bisogno di marchi.
Quindi cavalli al centro, e via in sella: non per niente la giornata di Marta è stata arricchita dalla presenza di tante amazzoni e cavalieri de La Bardella Maremmana e de I Butteri della fattoria di Pomonte.
Bello vederli lavorare nella tranquillità che richiede gestire una razzetta di puledri, bellissimo sentire il desiderio di ognuno di loro di mettere in risalto la serenità, l’affidabilità e la maneggevolezza dei loro cavalli.
E chi scrive per voi vi può assicurare che è stato un momento di bellezza assoluta vederli uscire, silenziosi e inattesi, dal sentiero che sbuca dal guado poco sotto il maneggio: come un sogno che arriva da un altro tempo.
Qui la storia dei cavalli Maremmani, e qui quella dei cavalli delle Murge