Milano, 6 agosto 2019 – Un gentiluomo di razza, verrebbe da dire parlando di Mountcharles Scout: se non fosse che in effetti l’Hunter Irlandese non è una razza ma un tipo equino e, ad essere ancora un po’ pignoli, questo monumentale irlandese non è un uomo ma un cavallo.
Per la precisione un imponente castrone di 9 anni dal mantello pezzato, nato e allevato nella contea del Donegal (Ulster) da Pat e Mary Martin e da 3 anni compagno inseparabile di Mario Emanuelli.
Che ci ha regalato l’opportunità di montare il suo Scout: e quando capita l’occasione di conoscere un cavallo del genere, credeteci, è proprio un regalo.
Appena arrivato sotto la sella di Mario, Scout era un puledrone simpatico che sapeva andare solo in avanti ma non si fermava davanti a nulla.
Tutto il cuore e il coraggio degli Hunter è proiettato in avanti, ce l’hanno nel DNA di non fermarsi davanti a nessun ostacolo: sono infatti i soggetti selezionati tra ogni razza a disposizione nelle Isole britanniche per affrontare gli impegni della caccia al seguito delle mute di cani.
Ne esistono di diversi tipi, dai più leggeri ai più pesanti, derivati dall’incrocio accorto di stalloni Purosangue Inglese o di mezzo sangue con fattrici anche di tipo agricolo, come l’Irlandese da Tiro: la scelta della combinazione genetica dei genitori dipende dai terreni in cui si ritiene dovranno essere impiegati i loro prodotti, più o meno aperti e galoppabili oppure pesanti e recintati così da richiedere più salti, e dalla costituzione del cavaliere che dovranno portare.
Durante la stagione di caccia, che va da novembre ad aprile, i cavalli escono dietro i cani due volte la settimana: partono prima delle 11 per fermarsi solo all’imbrunire. Per questo gli Hunter, leggeri o pesanti che siano, devono possedere diversi imprescindibili requisiti: essere forti, robusti, agili, tenaci, con un carattere volenteroso. E infine, più di ogni altra cosa, audaci e coraggiosi: qualità che si portano dietro ovunque vadano nel mondo.
Scout
«Il giorno di natale del 2014 è morto il mio Rembrandt, che era con me da 22 anni» ci racconta Mario, «così per l’Epifania ero andato a montare dal mio amico irlandese Thomas Cassidy per farmi passare un po’ la tristezza. Mi ha dato lui, Scout: all’inizio non volevo, mi sembrava di tradire il mio vecchio amico ma poi mia moglie ha insistito e ho capito che potevo iniziare un nuovo viaggio. Ma mai avrei immaginato che in così poco tempo Scout diventasse così importante per me». Il nostro Hunter oggi è un cavallo molto bene educato: Mario Emanuelli monta bene, con tatto e leggerezza e lo lavora personalmente da tre anni, così Scout è diventato estremamente fine e preciso. Ma nonostante la raffinatezza della sua istruzione, è stato molto tollerante e gentile con me: appena stupito e confuso dai miei aiuti, troppo approssimativi per i suoi canoni, non ha comunque dato segno di qualsivoglia scortesia e ha colmato con la sua intelligenza e sensibilità le mie lacune. Un vero signore, un magnifico campione di nobiltà irlandese.
Mountcharles Scout è figlio di Sempers Spirit (stallone tedesco con 25,5 % di PSI e vari antenati KWPN, Holsteiner, e Oldenburg che gli ha trasmesso il suo mantello) e Mountcharles Cassandra, la sua bella mamma irlandese figlia di due solidi Registered Irish Draught.
Emigrati d’Irlanda
Scout è arrivato in Italia grazie a Simona Stepparola della ASD Amici del Cavallo Irlandese di Varallo Pombia, in provincia di Novara, un’enclave Irish al confine tra Piemonte e Lombardia: l’associazione ha molti conterranei di Scout nelle sue scuderie e anche un istruttore irlandese, Thomas Cassidy, che tiene i contatti con molti allevatori della Verde Isola.
Ma è dalla fine dell’800 che i cavalli irlandesi hanno cominciato ad essere richiesti in Italia: prima per le cacce poi per i concorsi di salto ostacoli ed i cross-country.
The Rock, Rockette, Ambassador e Water Surfer di Graziano Mancinelli, Rain di Lalla Novo, Ballimore di Nelly Pasotti, Lagan Bridge di Roberto Arioldi e tanti, tantissimi altri cui magari era stato cambiato il nome come successe a Frothblower, importato durante il fascismo e quindi italianicamente ribattezzato Osoppo.
Tutti cavalli volenterosi e sempre disposti a collaborare per fare bene: veri sportivi, veri irlandesi.
Scout in pillole:
Carattere – Giocoso e compagnone da terra, coraggioso e gentile quando è montato: un compagno attento e sensibile, in cui è evidente l’abitudine ad un rapporto positivo con l’uomo.
Modello – Struttura imponente, con diametri degni di nota ma disegnati con finezza: sangue e lavoro ben fatto danno sempre eleganza. La testa e l’incollatura sono poi particolarmente leggeri, a tutto vantaggio del contatto tra la mano del suo cavaliere e la sua bocca.
Andature – Passo ampio e deciso, trotto regolare e vigoroso, galoppo estremamente ben cadenzato e morbidamente basculato: il tutto e sempre in avanti, e leggero. Da manuale.
Equilibrio – E’ l’aggettivo che lo contraddistingue: un equilibrio di testa perché è un cavallo affidabile e ragionante; e uno fisico che deriva dall’essere ben costruito e facilita ogni suo movimento.
Mantello – Gli Hunter possono avere qualsiasi mantello: quello di Scout è skewbald tobiano e per questo è iscritto alla The Coloured Horse & Pony Society irlandese.
Indipendenza di giudizio – Gli Hunter la sviluppano da puledri, galoppando in campagna su ostacoli fissi già dai 3, 4 anni: sono cavalli che sanno sbrigarsela da soli di fronte alle difficoltà.
Nobiltà – Qui intesa non come sangue blu, abbiamo visto che l’Hunter ha spesso robuste origine contadine: ma come superiorità di una natura cortese, spiritualmente elevata che si accompagna ad eccellenza tecnica e dignità formale.
Carta di identità
Tipo: Hunter Irlandese
Altezza: Scout è 1,65 mt. al garrese ma molti Heavy Hunter superano i 180 cm.
Testa: esprime qualità, gli occhi brillano di intelligenza
Spalla: deve essere forte e bene inclinata, per galoppare e saltare bene
Petto: profondo
Arti: tendini solidi, appiombi corretti
Quarti: muscolosi, lombi larghi e solidi, schiena di media lunghezza
Crini: fini, privi di rusticità