Roma, 16 ottobre 2018 – Un cavallo, Summer, morto dopo giorni di agonia sabato scorso a causa di due colpi di fucile che lo hanno centrato mentre era nel suo paddock e Spirit, un Appaloosa a sua volta colpito sempre da un’arma da caccia da quattro anni fa e trovato già deceduto.
E’ quanto sta sopportando Chiara Zautzik, una ragazza che vive con la sua famiglia a Moricone, vicino a Roma: una casa immersa nel verde, un box per il suo cavallo con paddock e tanto spazio per le passeggiate.
Un piccolo paradiso che gente senza riguardo né attenzione non si cura di rispettare.
Una sorte avversa? No, più realisticamente la delinquenziale noncuranza con cui alcuni cacciatori interpretano le regole che prescrivono di non sparare in direzione di case e pascoli recintati rispetto ai quali si dovrebbe stare sempre di spalle, e ad almeno 150 metri di distanza.
Come sono andate le cose dalle parole della stessa Chiara: “Erano circa le nove di sera , e come sempre stavo andando a dare la buonanotte a Summer. Dal box a casa mia sono solo pochi metri e mi ero stupita che non si fosse affacciato per aspettarmi, come faceva sempre. Così, entro. Summer era lì, tremante, con la testa che quasi toccava il terreno. Sulle prime, preoccupatissima, ho pensato ad una colica o ad un qualche malore. Poi, quando mi sono avvicinata, ho visto due grandi chiazze di sangue! Una sul fianco, l’altra sulla coscia. Scioccata, ho chiamato aiuto. Gli avevano sparato! Summer era parte della famiglia e la sua morte assurda e crudele mi ha devastato. Bracconieri che tutte le notti, pattugliano il nostro territorio anche vicino alle abitazioni, sono un grave pericolo per gli animali e le persone che, quel territorio, lo vivono. Non si può più andare avanti così. Si rischia la vita. La triste storia del mio Summer sta purtroppo a dimostrarlo“.
Summer agonizzante è stato poi trasportato in una clinica veterinaria, la Equivet, ma nulla hanno potuto le cure: il cavallo è morto sabato sera, con la sua Chiara a fianco.
Un colpo molto duro da sopportare per tutti, ma è ancora peggio sapere che Chiara e la sua famiglia hanno già sperimentato lo stesso dolore quattro anni fa per Spirit.
E i colpevoli? Volatilizzati nel nulla, come ogni vigliacco degno del suo nome.
Qui il messaggio che Chiara ha scritto sulla sua pagina Facebook: magari lo leggesse anche chi le ha ucciso i cavalli.
“Sono ora a casa. Sdraiata nel mio letto accanto a mio figlio, lo stesso figlio che poche ore fa ha visto per l’ultima volta il suo amico Summer e continuava a zompettare allegro e carezzarlo e chiamarlo, lo stesso figlio che avrebbe dovuto crescere insieme a lui. Perché Summer aveva solo 4 anni e mezzo. Summer aveva una lunga vita davanti. Summer aveva una lunga vita davanti piena di erba, pascolo, coccole, giochi, campagna e amore. Perché Summer è stato e sarà amato dal primo momento in cui lo ho visto.
Summer era per me la rinascita. Dopo ciò che successe a Spirit.
Summer è stata la mia aria, quando non respiravo più. Summer è stato la mia gioia equina, quando non pensavo di provarla più. Summer mi ha rapito il cuore. Lui ne aveva uno grande, immenso. Lui che superava qualsiasi cosa. Lui che si fidava di me in ogni situazione. Anche l’altra sera, quando nonostante lo shock, 2 spari, e il dolore gli ho chiesto di camminare fino al van. Senza pensarci due volte, lentamente, mi ha seguito. Lui mi seguiva ovunque.
Summer era un gran cavallo. Un grande amico. Un grande burlone. Summer era semplicemente il mio Pirlacavallo che faceva le buffonate. Summer…era Summer.
Me lo avete portato via, gli avete tolto tutta una vita insieme a noi.
Ci avete privato di un membro della famiglia. Mi avete privato della mia metà equina.
Lorenzo crescerà con il ricordo di un Summerino solamente tramite fotografia. Avete privato un bambino di poter crescere accanto ad un meraviglioso animale come è il cavallo.
Mi avete tolto parte della mia anima. Della mia vita. Perché sono morte con lui stasera.
Siete dei maledetti vigliacchi. Siete gente che merita di ricevere le stesse sofferenze che avete inflitto a lui e a noi.
Abbiate le palle di farvi avanti. Vediamo se siete così coraggiosi senza armi, come pensate di essere col fucile in mano.
In tutta questa orribile orribile storia ho scoperto che mi circondano tante persone di cui fino ad oggi non sapevo neanche l’esistenza, o di chi conosco ma non bene, che si sono adoperati per aiutarci economicamente e moralmente. Esistono davvero belle persone.
Vorrei ringraziarvi uno per uno, ma siete davvero tantissimi. Siete davvero l’unica cosa bella di tutto ciò. Grazie. Grazie davvero.
E un grazie immenso, sentito, grande come il mondo va a quei miei amici che mi hanno scritto, chiamata, ascoltata piangere, urlare, inveire. Non faccio nomi perché ognuno di voi sa benissimo di esserci stato.
Grazie anche al veterinario della clinica dove è stato ricoverato Summer che davvero ha fatto di tutto ed è stato veramente professionale, onesto, gentile e premuroso. Grazie. Grazie Summer, ate, infine. Per avermi dato tanti, seppur pochi, momenti di amore e gioia.
Mi manchi già indescrivibilmente.
Ti voglio bene Gnappo. Salutami Spi”.
Qui la fonte della notizia, da Il Messaggero
Per approfondire: le regole della caccia relative a spazi, limiti e norme comportamentali, da Wikipedia
La Legge n. 157/92 specifica le limitazioni e le norme comportamentali che un cacciatore è tenuto a osservare, pena sanzioni penali o amministrative a seconda del fatto commesso.
Giorni e orari
Ciascun cacciatore può esercitare la caccia per 55 giornate a stagione venatoria e con un limite di tre giorni alla settimana (due giorni in Sardegna), con l’esclusione del martedì e del venerdì che sono giorni di silenzio venatorio[13], per cui nessun cacciatore, per nessun motivo può andare a caccia. Gli orari di caccia e le date di apertura e chiusura per ciascuna specie sono rese note sul calendario venatorio regionale, pubblicato prima dell’inizio della stagione di caccia.
Il mancato rispetto degli orari prestabiliti e dei tre giorni prescelti per esercitare la caccia (all’infuori di quelli di silenzio venatorio) comporta l’applicazione di sanzioni amministrative (pecuniarie). Gli orari concessi per la caccia sono in via principale da un’ora prima dell’alba fino al tramonto, salva la caccia di selezione che è consentita fino a un’ora dopo il tramonto e la caccia alla beccaccia o beccaccino che viene vietata in orario serale.
Spazi e distanze
Ciascun cacciatore è tenuto a rispettare i limiti spaziali imposti dalla legge[14]. La caccia si esercita nel territorio agro-silvo-pastorale, per il quale è stata pianificata l’attività venatoria.
Entro tale territorio non è consentito l’esercizio venatorio nelle seguenti aree:
- aie e corti o altre pertinenze di fabbricati rurali;
- zone nel raggio di 100 m da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro;
- entro il raggio di 100 m da macchine operatrici agricole in funzione.
- entro la fascia di distanza inferiore a 50 m (per lato) da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccetto le strade poderali ed interpoderali.
- entro una distanza di 1000 m da tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna.
Non è consentito l’atto di sparare da distanza inferiore a 150 m con fucile da caccia ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di armi ad anima rigata, in direzione di:
- immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro;
- vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili, eccetto quelle poderali ed interpoderali;
- funivie, filovie ed altri impianti di trasporto a sospensione;
- stabbi, stazzi, recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all’alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale.
Reati
I seguenti fatti sono reati e quindi sono perseguibili con sanzioni penali, che prevedono l’arresto e un’ammenda, di entità dipendente dal reato commesso:
- Caccia in periodo di divieto generale (dalla chiusura del periodo di caccia all’apertura);
- Abbattimento, cattura o detenzione di uccelli e mammiferi particolarmente protetti;
- Abbattimento, cattura o detenzione di esemplari di orso, camoscio d’abruzzo, cervo sardo e muflone sardo;
- Caccia esercitata in Parchi nazionali, Parchi naturali regionali, oasi di protezione, zone di ripopolamento e cattura, riserve naturali, giardini urbani e campi adibiti ad attività sportive;
- Esercizio dell’uccellagione (cattura di uccelli con reti);
- Caccia nei giorni di silenzio venatorio (martedì e venerdì);
- Abbattimento, cattura o detenzione di esemplari appartenenti alle specie non cacciabili di fauna tipica stanziale alpina;
- Abbattimento, cattura o detenzione di specie di mammiferi o uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita o fringillidi in numero superiore a cinque o per chi esercita la caccia con mezzi vietati;
- Caccia con l’ausilio di richiami vietati;
- Caccia da autoveicoli, da natanti o da aeromobili;
- Commercio o detenzione a tal fine di fauna selvatica.