Bologna, venerdì 11 marzo 2022 – La serie di lutti che hanno colpito il mondo dello sport equestre in questo mese di marzo purtroppo si allunga inesorabilmente. Questa mattina è mancato Antonio Carraro, un personaggio che non è stato uomo di cavalli nel senso di atleta agonista, ma che al mondo dell’equitazione ha dato tantissimo tramite il marchio di un’azienda conosciuta in tutto il mondo, oltre che per essere padre di Marcello Carraro, cavaliere di livello internazionale con un buon numero di presenze in Coppa delle Nazioni nelle file della prima squadra azzurra di salto ostacoli.
Antonio Carraro è stato l’uomo che ha fatto fare uno spettacolare salto di qualità all’impresa di famiglia, fondata da suo padre Giovanni nelle campagne alle porte di Padova. Nel 1910 il giovanissimo Giovanni Carraro – non ancora ventenne – costruisce nella sua bottega di fabbro la prima macchina agricola multifunzionale: poi crea seminatrici e infine trattori del tipo che si potrebbe definire tradizionale. Ma è il più giovane dei suoi sei figli, per l’appunto Antonio, che a partire dal 1960 con una geniale intuizione imprenditoriale sposta la produzione di trattori verso una nicchia di macchine a media potenza, che con l’andare del tempo diventeranno sempre più adatte non solo alle classiche attività agricole ma anche alla manutenzione urbana, di giardini, di parchi cittadini…
Il legame di Antonio Carraro con i cavalli è ben rappresentato dalla decisione da lui stesso presa nel 1959: il marchio della sua azienda sarebbe diventato quello che oggi è conosciuto universalmente, vale a dire il logo che rappresenta appunto quattro cavalli (rotanti, in un geniale effetto visivo) ispirato a un graffito persiano esposto al museo Fine Art di Boston negli Stati Uniti. E’ una decisione vincente, sotto il profilo della comunicazione e della identificazione: oggi basta vedere quell’immagine per pensare immediatamente ai trattori Carraro contraddistinti anche dal colore rosso fuoco.
Marcello Carraro, il maggiore dei sei figli di Antonio, è ormai da tempo alla guida dell’azienda di Campodarsego (Padova): naturalmente ha proseguito al meglio l’opera del padre, tra l’altro incrementando sempre più la presenza dei trattori Carraro nel mondo dei concorsi ippici come preziosissime macchine per il lavoro sia all’interno sia all’esterno del campo di gara. L’impegno di Marcello continuerà adesso come sempre: ma da oggi senza più la presenza paterna, solida e rassicurante. Un enorme dolore, certo: unito però all’orgoglio di portare in sé con grande successo il valore di figure formidabili come quelle di Giovanni e Antonio.