Como, 30 luglio 2019 – Possedeva (tra le altre cose) una scuderia con 20 Quarter Horse di pregiata genealogia gestita dal figlio incensurato, 25 appezzamenti di terreno, una palazzina di tre piani ristrutturata nel centro di Appiano Gentile, una sala slot a Cadorago: ma Bartolomeo Iaconis, 61 anni, originario di Giffone (Reggio Calabria) se li è visti sequestrare “per la sproporzione tra la redditività del soggetto e i beni di cui è risultato titolare direttamente o attraverso familiari”.
Iaconis è stato ondannato definitivamente a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso, ed è stata la sua pericolosità sociale al momento dell’acquisto dei beni una delle motivazioni che hanno portato la sezione delle misure di prevenzione della Procura della Repubblica di Milano ad emettere l’ordinanza di sequestro.
Iaconis apparterrebbe alla ‘nrangheta di Fino Mornasco, in provincia di Como, è ritenuto un esponente di spicco del clan Mazzaferro e si trova in carcere per avere ordinato l’omicidio di Franco Mancuso, avvenuto nel 2008 con modalità decisamente cruente: il Mancuso, che aveva pubblicamente offeso Iaconis, venne freddato da tre colpi di pistola in pieno giorno, mentre si trovava seduto al tavolino di un bar di Cadorago.
L’omicida materialmente fu tale Luciano Rullo, Iaconis sarebbe il mandante.
Bartolomeo Iaconis, a fronte del valore in beni mobili e immobili a lui riconducibili che è stimato in circa 1,7 milioni di Euro, dal 2014 non ha mai dichiarato più di 900 Euro annue: in passato ha vuto una punta di guadagni dichiarati pari a 30.000 Euro, ma anche un anno da 66 Euro.
I cavalli, comunque, erano tutti in buone condizioni di salute: tre di loro non erano in scuderia al momento del sequestro ma in altri centri, per motivi agonistici.
Qui la fonte della notizia, da Il Giorno