Bologna, 7 maggio 2023 – Il mondo intero ha seguito ieri la liturgia dell’incornazione di Carlo III e la Coronation Procession. Uno spettacolo che ha richiamato l’attenzione – si stima – di quattro miliardi di persone e non necessariamente tutti monarchici.
La tradizione, lo sfarzo, il senso dinastico di continuità sono elementi che fanno da contraltare all’evoluzione rapida dei valori… Che non sempre soddisfa neppure chi se ne rende protagonista. Forse è questo uno degli ingredienti che ha tenuto incollati agli schermi gli spettatori in tutto il mondo. Oltre a quelli che hanno scelto e potuto essere presenti all’evento affollando una Londra in festa.
Con un regno tanto lungo, ci sono diverse generazioni UK che hanno assistituo alla loro prima incoronazione…
E poi c’è un altro elemento che sicuramente ha fatto da catalizzatore: la meticolosità e capacità britannica di produrre eventi estremamente curati fin nei dettagli della propria simbologia da diffondere in mondovisione.
L’abbiamo visto in ogni occasione ‘royal’. Matrimoni, giubilei, funerali… Perfino nell’apertura delle Olimpiadi 2012. Eppure… Per quanto la regia di un evento sia curata e rasenti la perfezione, quando ci sono di mezzo i cavalli – e così tanti come in questa incoronazione – non si può davvero mai dare niente per scontato. L’imponderabile è dietro l’angolo.
Tra gli oltre 200 zelanti esemplari, tutti perfettamente preparati e agghindati con i finimenti da parata, qualcuno capace di fare ‘lo spiritoso’ doveva pur esserci…
E regolarmente c’è stato. Più d’uno… Catturato prontamente dai numerosissimi obiettivi che hanno documentato ogni secondo della Coronatio Procession.
Quello che ha destato maggiore proccupazione è stato il cavallo che, probabilmente preso dal panico nel rumoroso corteo, è finito contro una transenna all’angolo tra Whitehall e The Mall, appena dopo il passaggio della Principessa Anna, anche lei rigorosamente in sella e in alta uniforme. Fortunatamente, il fuori programma non ha procurato danni né alle persone né al cavallo ma davvero c’è mancato poco.
Lo sfortunato cavaliere prontamente rilanciato da The Sun non è stato l’unico a sudare le proverbiali sette camicie. Anche un collega durante la parata ha dovuto fare i conti con l’irrefrenabile desiderio del suo cavallo di ‘rompere le righe’ e percorrere il percorso oltre che in avanti anche lateralmente, in ‘appoggiata’. Fortunatamente anche in questo caso, gli altri cavalli hanno espresso sueriorità e sufficienza verso le intemperanze del collega.