Alessandria, 17 febbraio 2020 – Il Castello di Tassarolo è in provincia di Alessandria, le colline piccole e dolci che lo circondano sembrano un mare tenuto fermo dalle radici delle vigne di Cortese.
Qui Massimiliana Spinola, Henry Finzi-Constantine e i loro collaboratori coltivano 20 ettari di vigneto con cui producono vini senza solfiti, un frutteto ed un orto.
Organizzano Cavalavor, corsi di lavoro agricolo con i cavalli, collaborano al progetto Save The Working Horse della A.S.D. L’Estancia di Vigone (Torino) e hanno creato una Accademia Biodinamica, che fonde i principi di Rudolf Steiner con l’esigenza di professionalità nel mondo agricolo.
Utilizzano cavalli Trait Comtois.
Originari della Franca Contea, una regione montuosa dell’Est della Francia al confine con il Giura, i Trait Comtois condividono la stessa origine del Franches-Montagnes svizzero ma si sono evoluti in un tipo di cavallo da tiro più pesante grazie all’apporto dell’Ardennese mentre il cugino elvetico, più insanguato, si è specializzato nel il tiro leggero.
I Comtois sono alti da 1,50 a 1,65 m al garrese, presentano un mantello baio o sauro a crini lavati hanno un carattere molto dolce e gentile. Grandissima disponibilità al lavoro, sono intelligenti e versatili oltre che rustici e potenti.
E sontuosamente belli: come Cirus, buono come un bambino e magnifico come un re.
Ha 6 anni, è intero ed è stato salvato dal macello: se volete portarvi a casa una meraviglia come lui, prendete contatto con l’associazione Save the Working Horse.
Azienda Agricola Castello di Tassarolo Località Alborina, 1 – 15060 Tassarolo (AL)
[email protected] Telefono: 0143.342248 Mobile: 366.9111482
Questi i giorni dedicati ai corsi:
21-22 marzo; 4-5 Aprile; 25-26 aprile; 2-3 Maggio II livello.
12-13 settembre; 19-20 settembre; 26-27 settembre; 3-4 Ottobre; 10-11 Ottobre II livello
La famiglia Spinola è una di quelle che ha scritto la storia della gloriosa Repubblica di Genova: con i Doria e i Negrone rappresentò dal Medioevo la nobiltà ghibellina della città marinara, in contrapposizione a Fieschi di Lavagna e Grialdi che erano di parte guelfa. Gli Spinola diedero dogi alla Repubblica, cardinali alla Chiesa e Simonetta Vespucci alla storia dell’arte: chiamata La Senza Pari per la sua bellezza, Simonetta era figlia di una Spinola ed era ritenuta la donna più bella del suo tempo, la musa di Sandro Botticelli e l’amata di Giuliano de’ Medici, fratello del Magnifico.
Da notare che la spina che compare nella parte alta del blasone degli Spinola è quella delle botti per il vino: anche qui, un filo conduttore che arriva sino ad oggi.