Bologna, 31 maggio 2019 – La Federazione nazionale ordini veterinari Italiani interviene sul tema della fisioterapia equina sottolineando che la regione Lombardia non ha mai riconosciuto corsi di specializzazione, al contrario di quanto aveva affermato una associazione del settore.
La Fnovi si è rivolta all’Autorità garante della concorrenza e del mercato ed ha diffuso una nota di precisazione.
«Nei giorni scorsi la Federazione è stata raggiunta dalla segnalazione che stampa specializzata sta informando della possibilità di partecipare a corsi di fisioterapia equina riconosciuti dalla Regione Lombardia e secondo cui tutti coloro che avranno superato l’esame finale, alla presenza di un delegato regionale, riceveranno l’attestato che li farà rientrare nel Quadro regionale degli standard professionali della Regione Lombardia come ‘Tecnici di Scuderia’ e ‘Fisioterapisti Equini’.
Avviate le verifiche del caso – continua la nota della Fnovi -, è però emerso che nel quadro regionale degli standard professionali della Regione Lombardia non è stato declinato il percorso di ‘Fisioterapisti equini’ ma solo quello di ‘Tecnico di Scuderia’(Identificativo corso n. 216603).
Le verifiche poste in essere presso gli uffici della Regione Lombardia che si occupano di aggiornare l’Albo regionale degli accreditati per i servizi di Istruzione e formazione hanno accertato che la fisioterapia equina non è mai stata accreditata e che la Regione quindi non rilascia alcun attestato a chi segue corsi per la fisioterapia equina, da chiunque erogati.
Da queste circostanze – è scritto – sembrerebbe essersi al cospetto di una speculazione con la quale si sta cercando di accrescere il valore di una offerta formativa (al momento la partecipazione ai corsi prevede un costo di oltre 4.000 €, IVA inclusa).
La Fnovi ritenuto di segnalare quanto sta accadendo all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) chiedendogli di accertare e bloccare le pratiche commerciali, ove risultassero scorrette, e le pubblicità, ove valutate ingannevoli, utilizzate dai promotori di questo tipo di formazione che ha l’intento di creare fisioterapisti esperti nella manipolazione dell’apparato muscolo scheletrico del cavallo sportivo, nella mobilizzazione attiva e passiva e nella rieducazione motoria con esercizi specifici per ogni condizione.
La Federazione- conclude il comunicato stampa- si è inoltre riservata di attivare ogni azione che sarà ritenuta necessaria per ribadire che la fisiatria sugli animali è e resta atto medico veterinario con conseguente divieto di svolgimento della stessa da parte di altri soggetti i quali porranno in essere una condotta idonea a configurare il reato di cui all’art. 348 del codice penale».