Perugia, 29 ottobre 2021 – Quando l’abbiamo intervistata per il servizio che trovate sull’ultimo numero di Cavallo Magazine, quello dedicato ai campioni, era un po’ preoccupata.
“Giovedì ho un esame molto importante, va bene se ci sentiamo il giorno dopo?” ci aveva detto Costanza Laliscia al telefono.
E ci era piaciuta questa leggerissima ansia, perché era tutto desiderio di fare bene.
Come da programma poi abbiamo fatto la nostra chiacchierata telefonica. “Come è poi andato l’esame Costanza?”, “Bene, grazie…” quindi abbiamo parlato d’altro
E trovate tutto il servizio qui, sul nuovo numero di Cavallo Magazine ora in edicola dedicato ai campioni di ogni disciplina equestre.
Ma nemmeno un mese dopo abbiamo ripensato a lei, vedendo le foto della sua laurea in Scienze Motorie e Sportive: 110 e Lode con menzione accademica di merito, per la precisione.
E conoscendo la sua capacità di applicarsi con metodo la cosa non ci ha stupiti affatto.
Il titolo della sua tesi è ‘Sviluppo della capacità senso-percettive e stimolazione multisensoriale attraverso il cavallo e il contatto con la natura: progetto Voce del verbo Equimparare’.
Logico che ci siamo incuriositi e approfittando del momento di libertà dallo studio, quanto meno nell’immediato, ci siamo infilati tra un allenamento e l’altro e siamo andati a trovarla a casa.
Per la precisione ad Agello di Mugnano dove ha sede Italia Endurance Stables & Academy, il centro ippico che la famiglia Laliscia ha creato per dedicarlo all’Endurance.
Un già incantevole angolo di Umbria che sembra sia stato messo sulla DeLorean di ‘Ritorno al futuro’ e portato in un mondo che ancora non c’è, per lo meno da queste parti. Una impressione che davvero non capita molte volte, visitando una scuderia.
Perché qui all’Italian Endurance Stables & Academy tutto è ‘il meglio’, in Italia non abbiamo mai visto un livello di cura delle strutture come quello che è applicato qui. E anche in Europa non deve essere scontato trovarlo.
Scuderie e club-house non semplicemente nuove o moderne (è nato nel 2017), ma chiaramente tenute con una cura meticolosa.
Dalle aiuole ai paddock in sabbia silicea, dai recinti tutti passati di fresco con l’impregnante alle scuderie per gli ospiti così ariose e linde da ricordare una cattedrale più che un annesso agricolo, è impossibile non rimanere stupiti dalla bellezza che ci circonda.
Poi arriva Costanza, sorridente e gentile e pronta per montare a cavallo come sempre e ritorniamo nel mondo reale, ma davvero la struttura sembra uscita da una favola.
Una favola che parla di cavalli, ovviamente: anzi una favola fatta per fare stare bene i cavalli che ospita.
“Chiediamo loro tanto in gara, è giusto che facciamo tutto il possibile per farli stare bene quando sono a casa” ci dice Costanza.
Dopo un rapido giro per scuderie e club-house ci sediamo al sole, in un salottino all’aperto delizioso e curato.
Lo sguardo si arrampica sui bellissimi paddock con capannine appoggiati sul fianco della collina e poi scivola verso il maneggio in sabbia più sotto e la pista di allenamento all-weather. Una musica rilassante di sottofondo ci fa sentire come le api un po’ ubriache di sole che ronzano sui fiori qui accanto.
Ma non ci siamo scordati che il motivo della nostra visita è la tesi di Costanza. Quel ‘ Voce del verbo Equimparare’ ci è piaciuto moltissimo, e vorremmo saperne di più.
“E’ stata un’idea della professoressa Antonella Piccotti, la mia relatrice” ci spiega Costanza, “si tratta di un progetto della Fise per le scuole che mi ha coinvolta molto. Perché unisce due mie passioni: quella per i cavalli e quella per l’insegnamento”.
Di cosa si tratta nello specifico?
“Al centro del progetto Equimparare c’è la didattica sensoriale. Al di là dei problemi causati dal Covid, è un dato di fatto che la società di oggi porta i bambini a vivere poco, in certi casi pochissimo all’aria aperta. Molti di loro non conoscono l’odore dell’erba tagliata, sviluppano una vera e propria timidezza verso il mondo che li circonda. Ci sono sempre più casi di vero e proprio analfabetismo motorio: bambini che non sanno camminare all’indietro, o cadere proteggendosi con le mani. Noi facciamo loro sperimentare situazioni in cui devono sopperire alla mancanza di un senso dando più enfasi ai segnali che raccolgono gli altri. Ad esempio li bendiamo, poi facciamo loro annusare e toccare il fieno, la sabbia, le foglie secche, la biada. Li facciamo anche montare a cavallo bendati, e si devono fidare dei loro compagni che li aiutano. Uno dei tanti modi in cui viene valorizzata l’importanza del rapporto con il cavallo per la sfera psichica emozionale”.
Perché il cavallo riesce ad essere così fondamentale?
“Perché il cavallo non ti giudica, anche se ti fa sempre capire se fai la cosa giusta o quella sbagliata”.
Costanza, come ti vedi tra 10 anni?
“Non lo so ancora con precisione. Ho scoperto che il rapporto con i bambini e i ragazzi è quello che preferisco, voglio continuare a insegnare e a formare. Ma non ho ancora deciso quale indirizzo prendere per la laurea magistrale, se nell’ambito della didattica o dell’organizzazione: mi prendo un anno di tempo per capire cosa fare”.
Poi è ora di tornare al lavoro, per la dottoressa Costanza Laliscia: ci sono tanti cavalli da muovere, e molte lezioni con i bambini nel pomeriggio.
E alla fine, più che la bellezza di un centro ippico da favola, ci rimane addosso il sorriso di una ragazza giovane, determinata, preparata che ama l’idea di insegnare ai bambini. L’istruttore che tutti vorremmo avere avuto, e non solo in sella.