Bologna, 24 dicembre 2023 – Nelle decorazioni natalizie dei veri appassionati di cavalli non può proprio mancare. Dala, il cavallino che viene dalla Svezia, è già diventato una tradizione anche da noi. E non solo perché abbiamo imparato a conoscerlo nelle grafiche e tra i giochi commercializzati da una celebre catena di ‘supermercati’ dell’arredamento…
Chi ha memoria dei percorsi dei Weg del 1990 di Stoccolma ne ricorderà imponenti esemplari, rossi con decorazioni tradizionali, impiegati come pilieri nel campo ostacoli che nella finale a quattro vide sfidarsi Milton (nella foto), Morgat, Gem Twist e Quito de Baussy.
Eppure Dala ha un’origine ben più antica… Si stima che i cavalli arrivarono in Svezia circa 4mila anni fa, quando cominciò anche la loro domesticazione in quelle lande battute dal gelo in cui si rese immediatamente indispensabile all’uomo.
Nel XVII secolo, i primi cavallini di legno fecero la loro comparsa nei mercatini delle piccole comunità della Dalarna, una zona della Svezia centrale. Per cento anni, gli uomini che vivevano a ridosso delle foreste, nei lunghi inverni presero a intagliare i cavallini nel legname dei boschi per farne giochi per i bimbi. I cavallini di Dalarna, battezzati Dala, presto divennero estremamente popolari e iniziarono a raffinarsi sempre più.
Da semplici cavallini di legno, si iniziò a decorarli con i colori brillanti suggeriti dalla natura e finimenti tradizionali. Per le famiglie più modeste, produrli diventò una vera fonte di reddito. Perfino i più piccoli appresero l’arte dell’intaglio a cui si dedicavano dopo la scuola.
Nonostante la vasta popolarità nel paese d’origine, la fama del Dala varcò i confini svedesi nel 1939, quando all’Esposizione universale di New York, la Svezia realizzò, per il suo padiglione, un gigantesco Dala rosso. Nel solo anno dell’evento newyorkese, dalla Svezia vennero prodotti e spediti 20mila Dala che trovarono casa nella Grande Mela.
Tornando alle decorazioni natalizie, Dala è sicuramente molto amato proprio per le sue linee scandinave essenziali, quasi grafiche. E per quelle sue proporzioni un po’ primordiali. Ma se ciò non bastasse, non dimentichiamo che il cavallino Dala è anche considerato un portafortuna. Quella stessa fortuna, probabilmente, che l’uomo incontra ogni volta che la sua esistenza incrocia quella di un cavallo.