Edirne, 11 marzo 2020 – E’ noioso stare chiusi in casa, una vera tortura.
Ma forse questi profughi siriani, che con l’aiuto di un carretto trainato da un mite cavallino stanno cercando di attraversare il confine tra Turchia e Grecia a Pazarkule, in provincia di Edirne, preferirebbero essere stati costretti alla quarantena a domicilio, piuttosto che a dover scappare dalla guerra civile che sta lacerando il loro paese da ormai 8 anni.
In questa zona sono sorti svariati campi di fortuna, e le autorità turche nelle settimane scorse hanno incoraggiato i migranti a partire per i paesi dell’Unione Europea: un modo per attirare l’attenzione occidentale (e il suo sostegno militare) in Siria, non ottemperando all’accordo del 2016 in cui si era convenuto che i turchi interrompessero il flusso di migranti verso l’Europa in cambio di finanziamenti europei dell’ordine di miliardi di euro – che i turchi, per inciso, dicono la UE non abbia loro corrisposto come dovuto.
Intanto, i 135.000 migranti assiepati lungo i confini greci e bulgari cercano con ogni mezzo di trovare una strada, un sentiero non custodito che li portino verso l’Europa: e come sempre, nei momenti di difficoltà più nera, quando mezzi a motore e carburante sono beni di lusso inarrivabili, i cavalli sono sempre lì pronti a togliere un po’ di fatica di dosso a noi poveri umani.
Fonte: Ansa