Bologna, 14 gennaio 2020 – A noi fa un gran piacere: che il cavallo si stia ritagliando un ruolo sempre più importante nella comunicazione di massa, vogliamo dire.
Basta guardare la copertina di Elle che tanto sta facendo parlare i social: una splendida ragazza in sella ad un grigio tra le fresche frasche della Camargue.
Che poi noi cavallari siamo pignoli come chissà cosa, e subito tutti lì a demolire la poveretta: “…e non sa nemmeno come si tengono in mano le redini”, e “…chiamiamo la protezione animali che il cavallo sta soffrendo”.
Sì, forse non è una bella foto dal punto di vista equestre: ma il cavallo si sta solo mangiando una foglia là in alto, e ci potremmo giurare che qualcuno da dietro la macchina fotografica avrà detto alla ragazza “Non lasciarglielo fare, tira le redini!”.
Perché poi scegliere una foto così poco aggraziata, come copertina? beh, intanto perché funziona: se siamo qui a parlarne tanto, lo scopo di chi l’ha scelta è stato raggiunto alla grande, e tanto di cappello.
Però un po’ ci spiace che quella che una volta era la metafora preferita di canottieruti maschioni dalla non sempre elevatissima cultura generale, lo stallone focoso e rampante, sia diventato qualcosa che si attaglia alle giovani donzelle più o meno in fiore.
Che devono essere in grado di resistere alle sgroppate della vita, per la carità, e di dominare le bestie in genere e quelle a due gambe (specialmente le canottierute, a ben pensarci) in particolare.
Ma perdinci, lasciatecelo dire: avremmo preferito vedere una fotografia diversa, per una volta che il cavallo era protagonista sulla cover di un prestigioso magazine del settore moda come Elle, non perché quel cavallo stia soffrendo chissà quali pene ma semplicemente perché ci teniamo a che i cavalli siano sempre presentati al meglio, in tutto il loro elegantissimo splendore.
Siamo fatti così, che vi dobbiamo dire? e poi magari non ci accorgiamo di abbinare male la borsa al nostro outfit, di sicuro, che nessuno è perfetto.
Altro caso di studio il video della pubblicità di Gucci per la campagna Summer 2020: mini horses, cavalli e pony nelle situazioni quotidiane più normali per un pechinese ma assurde per un cavallo, dal tappeto davanti alla tivvù al viaggio in aereo.
Tutto bene, per la carità, è solo un sogno di mezza estate sulle note di quello splendido fricchettone di Harry Nilsson: ma avremmo preferito non vedere il cavallo in fila con le macchine all’autolavaggio, ecco.
Con tutta la fatica che facciamo a far capire che i cavalli non sono macchine…davvero, no, quello avremmo preferito non vederlo.