Milano, 2 settembre 2020 – Piacerci, ci piaceva moltissimo: il critico d’arte che è riuscito a divulgare con genialità e ironia l’amore per una cultura fatta di immagini ma anche di storie e persone.
Ma chi scrive per voi non sapeva (colpevolmente!) che Philippe Daverio fosse anche un “cavallaro“.
Era stato proprio lui a definirsi così quella volta che a Galatina, in provincia di Lecce, si trovò davanti ad una sfilata di cavalli e cavalieri in occasione della Fiera di Santa Caterina.
Era il novembre del 2014 e Daverio si scatenò, letteralmente.
Corse ad accarezzare i cavalli, parlò con amazzoni e cavalieri e chiese di essere illuminato sulla provenienza di un paio di stivali che gli erano piaciuti molto.
Disse in occasione di una corsa a San Siro dove erano impegnati anche alcuni suoi soggetti: “La mia passione e quella dei miei fratelli per i cavalli ci è stata tramandata dal nonno alsaziano che guidava la cavalleria prussiana. E’ sempre molto emozionante tornare all’Ippodromo di San Siro, che rappresenta, dal punto di vista architettonico e storico un pezzo della città di Milano. Credo che in questo luogo possa iniziare un percorso in cui la metropoli possa crescere con eventi mondani, perché Milano ha proprio bisogno di mondanità, di un centro in cui la cultura, l’ippica e il divertimento possa coesistere. Credo anche – continua Daverio –, che all’ippodromo di San Siro ci starebbe alla perfezione un museo equestre, dedicato solo ai cavalli. Ricordo che nel 1999 portai con la Giunta del Comune di Milano il Cavallo Leonardesco in questo luogo e penso che da questo simbolo di possa iniziare un percorso in cui SNAITECH possa fungere da leva a sostegno dell’amministrazione cittadina”.
Ora che sappiamo di avere avuto in comune la stessa passione ci mancherà ancora di più.
L’annuncio della sua morte è stato dato dalla regista e direttrice del Franco Parenti, Andree Ruth Shammah.
Philippe Daverio aveva 71 anni ed è morto a Milano a causa di un tumore; era nato in Francia da madre alsaziana e padre italiano.