Matera, 2 gennaio 2023 – I cavalli Haflinger, originari dell’Alto Adige, sono la razza equina italiana più consistente per numero di soggetti esistenti.
E anche la Basilicata vanta un buon numero di questi biondissimi amici: l‘Eledorado Ranch di Matera, ed esempio, è un ottimo esempio di come gli Haflinger abbiano saputo adattarsi perfettamente a montagne diverse da quelle natìe.
Ci parla di questa ormai consolidata realtà Emanuele Lamacchia: medico veterinario, cavaliere, istruttore e giudice di Monta Western oltre che allevatore è la persona giusta per raccontarci di questi immigrati ‘al contrario’, che dal profondo Nord sono stati trapiantati nel Sud d’Italia.
E’ un po’ di tempo che non capita di incontrarci, dottor Lamacchia.
“E’ vero: a causa del Covid è dal 2019 che non saliamo al Nord con i cavalli per rassegne ed eventi, ma almeno ci siamo visti in una delle puntate di Cavallo Magazine Live dedicate agli Haflinger. Abbiamo comunque naturalmente continuato la nostra attività: siamo un centro Fitetrec-Ante, e abbiamo organizzato un bel clinic di Perfromance Essence l’ottobre scorso”.
Che vi ha reso piuttosto orgogliosi dei vostri Haflinger, a quanto abbiamo saputo.
“Sì, e lo siamo da tanti anni: ma ultimamente abbiamo avuto una esperienza che ce lo ha fatto pensare una volta di più, ancora. E’ stato in occasione di un clinic di monta western che si è tenuto nel nostro centro e durante il quale i nostri Haflinger si sono dimostrati molto validi, e in diversi casi anche superiori alle razze americane”.
Non solo biondi, allora, ma anche bravi!
“Sì, certamente: per gli Haflinger c’è un organizzatissimo circuito di eventi morfologici molto seguito e consolidato. Ma non dobbiamo dimenticare mai che un cavallo funziona se sa fare qualcosa. E per quanto riguarda le discipline Western, quello che pratico e amo, è un dato di fatto che l’Haflinger sia più che portato. Oltretutto avvicinare il circuito sportivo a quello strettamente allevatoriale è un modo per attirare gente nuova e far del bene alla razza: perché possono far vedere che cosa sanno fare”.
Che cosa fanno i vostri cavalli, oltre alle discipline western?
“Noi facciamo equiturismo, escursioni, tanta gente viene da tutto il mondo anche grazie all’impulso a livello internazionale che Matera ha avuto negli ultimi anni. E tutti rimangono affascinati da questo cavallo, sorpresi anche perché in molti non lo conoscono. Ultimo caso tra i nostri clienti una famiglia dell’Estonia: hanno un maneggio a casa loro e fanno salto ostacoli, non riuscivano. a credere di poter uscire tutti in passeggiata con cavalli di 4/5 anni, seri come cavalli adulti”.
Quale caratteristica ricercate allevandoli?
“Noi abbiamo sempre cercato di selezionare linee adatte al lavoro: ci sono determinante linee genealogiche e incroci che funzionano meglio gli altri. Qui in Basilicata dagli anni ’30 abbiamo una grande tradizione: siamo stati anche la terza regione per importanza allevatoriale della razza, in termini di numeri. Abbiamo fatto uno studio sulle linee materne più tradizionali, quelle che avevamo qui grazie ai nostri nonni. E abbiamo cercato di portarla avanti proprio perché abbiamo notato che dal punto di vista caratteriale, essendo quelle linee utilizzate per il lavoro sono più collaborative, più predisposte al lavoro con l’uomo. Tra l’altro queste sono diventate linee rare: abbiamo fatto proprio uno studio anche con Anacrhai ed è risultato che le linee materne più rare sono proprio quelle della Basilicata”.
“Sappiamo benissimo, da allevatori, che la linea materna fa tanto e per proprio per cercare di salvaguardarle siamo andati anche un po’ contro quella che era in un certo senso la moda allevatoriale, che è andata verso altre linee. Noi abbiamo privilegiato quelle che magari non avevano tratti moderni morfologicamente, ma erano caratterialmente più vicine alle nostre necessità”.
Quali?
“Chi ci lavora nota queste differenze: una scena proprio tipica da queste parti era la cavalla con cui giocavano tutti i bambini. In ogni azienda agricola ce n’era una, su cui si mettevano sopra 2,3 o 4 bambini e la cavalla non aveva mai reazioni pericolose: più che una compagna di giochi era una balia. Secondo me è di quel cavallo lì che ha bisogno chi fa il nostro tipo di lavoro. Ce l’ho in mente perché da piccolo mio nonno metteva tutti noi nipoti (eravamo anche 5 o 6) sulla stessa Haflinger e lei era una macchina: stava li ferma e noi eravamo tutti piccolini. Questo per sottolineare quanto fosse docile e collaborativa. E intendiamoci, docile non significa cavallo che non si muove: perché poi questi Haflinger quando gli chiedi fanno tutto, e danno tutto”.
E qui torniamo alla monta western.
“Sì: noi facendo le performance e avviamento al Reining abbiamo cavalli Haflinger che galoppano, stoppano, fanno gli spin, cooperativi e adatti al lavoro con l’uomo. E sono così sin da puledri, te ne accorgi subito che hanno un’indole diversa. Docilità e duttilità sono il loro punto di forza. Sono ottimi colleghi di lavoro”.
Quanti erano i partecipanti al clinic di ottobre?
“A cavallo una quindicina di di persone, poi c’erano molti del settore anche ad assistere che hanno comunque apprezzato e valutato bene i biondi. Si trattava di un week end fatto ad ottobre scorso sull’introduzione alle Performance Western sotto l’egida Fitetrec Ante che ho tenuto in veste di istruttore federale. Siamo felici che abbia suscitato cosi tanto interesse e voglia di migliorarsi nell’approfondimento della tecnica western. Il comitato regionale della Basilicata di Fitetrec Ante sta lavorando per alzare il livello tecnico dell’equitazione Western e dalle nostre parti era la prima occasione, dopo il fermo del Covid, per cercare di di incontrarci e parlare un po di di equitazione. Purtroppo il Covid ci ha bloccato qui al sud, più di quanto sia successo al nord. Perché è vero che la gente pur di uscire di casa avrebbe fatto qualunque cosa, e tanti centri hanno avuto addirittura un esubero di domanda: ma per quanto riguarda le manifestazioni e le gare da noi si tratta sempre di numeri più piccoli, quindi è sempre più difficile organizzarli. Tante volte per partecipare al campionato regionale devi spostarti di 150 km,e questo non facilita le cose”.
Menzione speciale ai vostri Haflinger perché?…
“Perché anche in mezzo ai Quarter e con tanti allievi da portare in campo hanno brillato per serietà. Freddi e ragionatori non anticipano il cavaliere e sono resistenti, solidi, affidabili anche da un punto di vista fisico”.
Insomma: dalla Basilicata con una grandissima passione per gli Haflinger, d’oro dentro e fuori.