Montecarlo, 27 gennaio 2023 – L’ha rifatto, proprio non c’è stato nulla che ha potuto impedirlo.
Stiamo parlando del Clown d’Argento che Alex Giona ha vinto per la seconda volta con il suo numero di cavalli in libertà al 45° Festival del Circo di Monte-Carlo: una conferma prestigiosa per un artista che da tanti anni persegue il suo modo di fare spettacolo equestre.
“E’ la cosa che mi rende più orgoglioso” ci spiega Alex, “aver trovato un mio stile, riconoscibile e unico, e vederlo apprezzato nel mondo del circo”.
Un mondo dove sanno perfettamente cose è l’arte e quali sono le caratteristiche di un vero artista, e dove non si deroga dalle regole che li formano e ne rendono possibile l’espressione.
Come è stato vincere questo premio, Alex?
“Incredibile. Sono capitato in una edizione con numeri fortissimi, pensate che hanno assegnato solamente un Clown d’Oro quest’anno, un altro numero con i cavalli: quello delle acrobazie equestri di Quincy Azzario, Merrylu & Rene Casselly Junior. Per cui il mio argento lo sento come un grande successo. Non è facile stupire i circensi, specialmente per me che non vengo da una famiglia con queste radici: ma è un po’ come con i cavalli, ci vogliono sensibilità, tatto e capire come porsi in modo positivo”.
Quale è la caratteristica del tuo numero che secondo te ha fatto centro in questa edizione?
“La qualità del mio rapporto con i miei cavalli: non puoi venire qui e fare ‘l’addestratore’, con i cavalli che eseguono a memoria un determinato numero. Lo hanno già visto migliaia, milioni di volte. Il rapporto che ho con i miei è tale che mi ha permesso, nei soli due giorni precedenti la prima esibizione, di stravolgere quello che avevo pianificato e creare dalla unica esibizione che avevo preparato due distinti numeri. Si è reso necessario per motivi di scena, ma non me lo aspettavo: e non sarei mai riuscito a farcela se io e miei cavalli lavorassimo insieme in modo diverso. Grandissima anche la violinista, Svetlana, che ha preparato all’impronta una nuova partitura da aggiungere a quella di base”.
Risultato?
“Ho fatto due uscite, una con i cavalli morelli e l’altra con i grigi: e tutte e due le volte è stata standing ovation”.
La caratteristica dei suoi cavalli?
“Sono 13 in tutto tra Andalusi, Frisoni e Lusitani: sono duttili, elastici, posso chiedere loro tutto perché sono disposti ad ascoltarmi, capirmi, interpretare le mie indicazioni: e darmi tutto, anche in quei 13 metri della pista classica del circo che rendono tutto più difficile e complicato rispetto a spazi più ampi”.
Come si chiamano?
“Glieli dico nell’ordine che hanno i loro box in scuderia, perché non voglio fare preferenze o differenze: Zezere, Eros, Viccoso, Servidor, Maestro, Chico, Tequila, Cascabel, Tuono, Ulisse, Gerry, Lancillotto, Adrian”.
Un festival importante quello di Monte-Carlo, che continua a riconoscere qualità e talento del circo anche in un momento storico in cui tutto il settore circense sembra in crisi, almeno qui in Italia.
“Non soltanto il mondo del circo è in crisi, ma lo stesso mondo dell’arte. Perché di Arte Equestre in giro ce n’è poca, e non basta comprare un cavallo in Spagna per essere automaticamente un artista”.
Cosa insegna il mondo del circo?
“A esprimersi in pista, a essere educati e rispettosi del pubblico, della pista, dello spettacolo. E che per imparare devi rubare con gli occhi, devi avere fame di imparare e migliorarti”.
Ringraziamo per il contatto diretto con Alex Giona Antonio Giarola, il regista (tra le altre cose) del Gala d’Oro di Fieracavalli: “Per la seconda volta Alex Giona al Festival di Monte-Carlo (che per il mondo del circo corrisponde all’Oscar del cinema) ha vinto il Clown d’Argento, che già era stato suo nel 2009 con un numero di cavalli in libertà. Come allora anche questa volta ho curato la regia del suo lavoro creando una suite dedicata al grande Maestro Ennio Morricone, scomparso due anni fa, in cui la parte solistica è stata interpretata magistralmente dal vivo dalla prima violinista Svetlana Sazonenko. L’adattamento musicale è stato curato personalmente dal maestro Diego Basso. Il numero ha ottenuto la standing ovation in tutte le rappresentazioni. I costumi sono stati curati da Renato Gastaldelli, che è il costumista di tutte le mie produzioni”.
I Giona sono una famiglia che ormai da tre generazioni vive e lavora con i cavalli, veri pionieri dello spettacolo equestre in Italia: da loro si è tenuto l’estate scorsa Chakras, che sarà presto esportato in Nord-Europa.