Foggia, 14 giugno 2018 – Due strade che non dovevano incrociarsi: quella di Domenico del Giudice, 24 anni, e di un cavallo che nella notte tra il 12 e 13 giugno appena trascorsi vagava sulla strada provinciale 144 che porta a Vico del Gargano.
Domenico era in moto, lo scontro è stato così violento da uccidere sia lui che il cavallo: ad accorgersi della tragedia quando era passata da poco la mezzanotte un automobilista che ha visto a terra il corpo del giovane motociclista e poco oltre quello dell’equino.
Che era, come troppo spesso capita nelle zone in circolano cavalli vaganti al pascolo, senza microchip.
Quindi non c’è la possibilità di identificare il proprietario del povero cavallo, né di addebitargli la responsabilità di una mancata custodia che ha, di fatto, ucciso un ragazzo di 24 anni.
Non ci stancheremo mai di dire che l’omissione di custodia è un reato, né che i cavalli senza microchip sono destinati ad alimentare (perdonateci il gioco di parole) la filiera della macellazione clandestina: non sarà mai troppo presto, invece, per smettere di tollerare quelle che sembrano piccole trasgressioni al codice civile ma che hanno implicazioni ben più gravi sulla vita delle persone.
Perché non è il destino ad aver ucciso Domenico: ma la mancanza di responsabilità del proprietario di quel cavallo, e forse anche di chi sa che c’è qualcuno che per economia manda i suoi animali a pascolare dove capita, tanto senza microchip non sono identificabili, e non denuncia la situazione.
Vogliamo poi aggiungere la chiosa sul fatto che agli allevatori seri, sì quelli che allevano cavalli da carne pagando le tasse e rispettando tutte le leggi, anche quelle dell’igiene e della salute pubblica, si fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote e dipingerli come criminali? aggiungiamola, così il quadro della situazione è più completo.
Sempre in provincia di Foggia due anni fa a causa dell’impatto con un cavallo morì il 63enne Nicola Minervini.
Qui la fonte della notizia, da FoggiaToday