Bologna, 30 marzo 2023 – Vi è piaciuto il docu-film di ieri sera su Rai1?
Parliamo di ‘I Cacciatori del del Cielo’ dedicato alla vita (e alla morte) di Francesco Baracca, uno dei pionieri dell’aviazione italiana, e andato in onda nel centenario della costituzione della nostra Aeronautica Militare.
Dell’anniversario ci siamo accorti anche noi ‘cavalcanti’, perché lo hanno ricordato in tanti tra i nostri migliori rappresentanti dell’equitazione sportiva che portano la divisa dell’Aeronautica.
Vedi Giulia Martinengo Marquet e Francesca Arioldi, solo per fare due nomi.
Ma che c’entra Baracca con l’equitazione, dirà qualcuno?
Perché prima di diventare un asso dell’aviazione, Francesco Baracca era un ufficiale di Cavalleria che amava davvero l’equitazione, si da quando era bambino.
Nel 1909 dopo l’Accademia Militare di Modena entrò come sottotenente nel 2° Reggimento Piemonte Reale, quindi avendo ottenuto il massimo dei voti in questa disciplina si meritò la scuola di specializzazione a Pinerolo.
Ma negli anni immediatamente precedenti la 1° Guerra Mondiale tanti ufficiali di cavalleria, ‘l’arma intrepida e intraprendente’, si convertirono all’arma alata. Anche perché gli scopi tattici (esplorazione principalmente) erano molto simili.
Così fece Baracca nel 1912, e dal 1917 il cavallino rampante del Piemonte Cavalleria divenne l’insegna che portava sulla carlinga del suo aereo. Ma è da notare che anche durante la guerra lui si portò sempre dietro, ovunque fosse distaccato, i suoi cavalli per poterli montare regolarmente.
Durante il conflitto mondiale l’aviatore-cavaliere di Lugo di Romagna abbatté 34 aerei nemici, un record mai raggiunto da nessun
altro pilota italiano: ma venne a sua volta abbattuto nel giugno del 1918, poco prima della fine delle ostilità.
Da lì iniziò la leggenda del cavallino rampante, che la madre di Francesco Baracca suggerì come simbolo e porta fortuna a Enzo Ferrari.
E chissà se non fu per scaramanzia che il Drake ne cambiò leggermente la sagoma, disegnandolo con la coda verso l’alto.
Per la cronaca: Ferrari lo era, scaramantico, eccome.
Comunque, anche nel caso abbiate visto il film di ieri sera interpretato da Rosario Fiorello, date un’occhiata al sito ufficiale del Museo Baracca: è molto interessante e ben fatto.
Se ve lo siete perso, invece, lo trovate qui in streaming.