Immagina un universo digitale basato sulla blockchain, una tecnologia di registrazione dati che ti permette di avere il tuo cavallo virtuale. E non un cavallo qualunque, bensì un Purosangue Inglese addestrato a correre in pista. Il proprietario del cavallo guadagna sulle sue vittorie in base alle performance nel mondo reale.
Non è magia, tantomeno un sogno: stiamo parlando di Game of Silks, lanciato nell’aprile 2022 con il supporto di partner di spicco come The Jockey Club e promosso dalla New York Racing Association su FOX Sports. Il progetto prometteva una nuova era per il mondo delle corse… fino a quando non ha dovuto scontrarsi con la dura realtà del mercato degli NFT.
Un modello di business innovativo, ma troppo fragile
Gli NFT, su cui si basava tutto il sistema di Game of Silks, permettevano agli utenti di acquistare token non fungibili, cioè beni digitali unici e certificati tramite blockchain, che ne garantiva l’autenticità e proprietà. Quindi, dato che il gioco si basava sulle performance dei cavalli nel mondo reale, ogni vittoria della versione digitale si traduceva in un premio in criptovalute per il suo proprietario.
Il gioco offriva ai giocatori non solo la possibilità di possedere un cavallo da corsa, ma anche di creare e personalizzare la propria scuderia digitale e catapultarsi in un metaverso ispirato al mondo dell’ippica. Inizialmente, il concept sembrava perfetto per attrarre sia gli appassionati di cavalli che gli investitori, combinando tradizione e innovazione.

Però, l’entusiasmo iniziale non è bastato a garantire la sostenibilità del progetto, portandolo al collasso.
Cosa è andato storto?
A luglio 2024 Game of Silks ha visto il terreno tremare sotto di sé con il lancio degli NFT della seconda stagione. Le vendite non hanno raggiunto le aspettative previste, il valore degli asset digitali è precipitato e i pagamenti destinati ai proprietari degli NFT della prima stagione sono stati bloccati. In breve tempo, lo sviluppo del progetto si è interrotto e gli investitori si sono ritrovati con asset digitali completamente svalutati.
A questo punto, un gruppo di investitori ha sporto denuncia alla corte federale della Florida, affermando che la vendita di questi NFT sarebbe dovuta rientrare sotto le regolamentazioni del Securities Act del 1933. Pare infatti che Game of Silks abbia venduto prodotti finanziari senza rispettare le normative vigenti. Oltre a ciò, la mancata trasparenza sui bisogni economici dell’azienda – almeno 20 milioni di dollari di fatturato annuo per mantenere il progetto in vita – ha contribuito ad alimentare il malcontento.
NFT e corse: un’abbinata difficile?
Il fallimento di Game of Silks solleva una domanda importante: è davvero possibile unire la tecnologia NFT al mondo delle corse di cavalli? L’idea di combinare il mondo fisico con quello digitale è affascinante, ma senza una strategia solida e un modello economico sostenibile, i rischi di fallimento sono alti. Questo caso dimostra che la tecnologia da sola non basta: serve una visione a lungo termine, regole chiare e, soprattutto, la fiducia degli investitori.
