Roma, 23 maggio 2024 – Ieri, 22 maggio si è celebrata la “Giornata Mondiale della Biodiversità” ed in quest’occasione l’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. ricorda l’impegno costante del Sistema allevatoriale nazionale a tutela della biodiversità animale di interesse zootecnico.
Un impegno realizzato grazie soprattutto alla passione di numerosi allevatori che, con la loro presenza nei territori e la volontà di conservare razze di animali che difficilmente sarebbe stato conveniente allevare, contribuiscono a restituire ricadute positive anche all’ambiente in cui la biodiversità viene valorizzata.
“L’Italia, anche nel campo della conservazione della biodiversità di interesse zootecnico, dimostra di essere un sistema unico e inimitabile, sicuramente ‘distintivo’ a livello mondiale, con caratteristiche irripetibili ed una varietà non comune, sia dal punto quantitativo che qualitativo – ricordano il presidente A.I.A. Roberto Nocentini ed il direttore generale Mauro Donda – . Salvaguardare le nostre numerose razze di animali è un’azione che contribuisce non solo a non disperdere un prezioso patrimonio genetico, ma ha anche un notevole valore economico, sociale, etico e culturale. Tutto ciò è stato possibile sia per le particolari condizioni pedoclimatiche del nostro Paese, ma soprattutto perché si tratta di una grande varietà di animali ‘funzionali’, ovvero appartenenti a razze che gli allevatori italiani hanno saputo utilizzare e valorizzare a fini produttivi nel corso di decenni, ma con origini anche più antiche, risalendo alla plurisecolare tradizione allevatoriale delle popolazioni che hanno abitato la Penisola. La conservazione delle specie animali, infatti, è stata realizzata coniugandosi perfettamente con i peculiari e specifici modelli di allevamento adottati nei diversi territori italiani. Si vuole rammentare che senza questi ‘allevatori-custodi’ oggi non si potrebbero realizzare la gran parte dei prodotti agroalimentari di origine zootecnica tipici del nostro Paese, quelli di eccellenza a denominazione d’origine fino a quelli più ‘nascosti’ e di nicchia. La bravura e sapienza dei nostri allevatori ha saputo esaltare le caratteristiche di queste razze, individuando gli animali più adatti per determinate produzioni, ovvero producendo ciò che era più confacente per quella specie e per quello specifico territorio. La tipicità e unicità delle produzioni derivanti da queste razze mantiene ancora oggi un legame indissolubile con i rispettivi territori. La biodiversità della zootecnia italiana costituisce inoltre un patrimonio genetico ricchissimo che si ha la responsabilità di tramandare alle future generazioni. Già a partire dallo scorso Psrn, A.I.A. in materia di biodiversità ha realizzato il Progetto LEO (acronimo di ‘Livestock Environment Opendata ’), avviato nel 2018 e finalizzato alla creazione di una piattaforma digitale per la zootecnia italiana unica nel suo genere. Un contributo anche agli obiettivi nazionali ed europei di digitalizzazione della zootecnia, sfruttando le potenzialità dei Big Data : A.I.A., assieme a partner di prestigio quali Università, Istituti Zooprofilattici e altri Enti di ricerca, sotto la supervisione del Ministero agricolo (ora Masaf), in qualità di Autorità di gestione, ha perseguito anche l’obiettivo di far conoscere e apprezzare maggiormente il valore della nostra biodiversità di interesse zootecnico. L’enorme mole di dati, di informazioni e di conoscenze rese disponibili con il Progetto LEO stanno consentendo di elaborare efficaci azioni a tutela della biodiversità, di individuare nuovi e più precisi parametri per la valutazione del benessere animale, di misurare correttamente l’entità delle emissioni in ambiente e nell’atmosfera dalle attività connaturate alla zootecnia”.
A solo titolo di esempio, all’interno del Progetto LEO sono trattati i dati riferiti a ben 58 razze bovine (tra queste, ricompresa anche la specie bufalina, con la razza Bufala Mediterranea Italiana) per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali).
Alcune delle razze-simbolo della nostra biodiversità, tra quelle inserite nel Progetto LEO, sono le bovine : Agerolese, Burlina, Cabannina, Calvana, Castana, Chianina, Cinisara, Garfagnina, Grigio Alpina, Marchigiana, Maremmana, Modenese, Modicana, Mucca Pisana, Pezzata Rossa d’Oropa, Piemontese, Pinzgauer, Podolica, Pontremolese, Pustertaler, Reggiana, Rendena, Romagnola, Sarda, Sardo Bruna, Sardo Modicana, Tarina, Valdostana Pezzata Nera, Valdostana Pezzata Rossa, Varzese; le pecore Alpagota, Altamurana, Appenninica, Bagnolese, Barbaresca, Bergamasca, Biellese, Brianzola, Brogna, Ciuta, Comisana, Corniglio, Corteno, Delle Langhe, Fabrianese, Frabosana, Gentile di Puglia, Laticauda, Massese, Merinizzata, Moscia Leccese, Nera di Arbus, Pomarancina, Sambucana, Sopravissana, Tacola, Zerasca e le capre Aspromontana, Bianca Monticellana, Bionda dell’Adamello, Camosciata delle Alpi, Capestrina, Cilentana Fulva, Cilentana Nera, Ciociara Grigia, Fiurinà, Garganica, Girgentana, Jonica, Maltese, Messinese, Napoletana, Nicastrese, Orobica, Pezzata Mochena, Roccaverano, Rustica di Calabria, Sarda Primitiva, Valdostana, Verzaschese.
La particolare biodiversità di interesse zootecnico del nostro Paese comprende inoltre una ricca varietà di cavalli, asini, suini, avicunicoli, a comporre un variegato “mosaico” che pone l’Italia ai vertici anche in questo specifico campo.
Comunicato: Ufficio stampa AIA, tel. 0685451226-cell. 3478748731 (Camillo Mammarella)