Bologna, 25 settembre 2020 – Mentre dai Tg apprendiamo la gravità della situazione pandemica in Gran Bretagna e in Francia, è inevitabile pensare a quali potrebero essere i contraccolpi se anche da noi i numeri legati al Covid-19 dovessero risalire tanto. E mentre arrivano rassicurazioni planetarie sul fatto che non si tornerà in nessun caso a un lockdown come quello di marzo, ecco come si stanno riorganizzando in Gran Bretagna in ambito equestre.
Secondo quanto stabilito dal Primo ministro Boris Johnson, non ci saranno grandi cambiamenti nella maggior parte delle discipline equestri in tutti gli Uk rispetto alle misure di distanziamento e alle diverse restrizioni già legate alla gestione del Covid. Nel promulgare/confermare le misure volte a contenere la diffusione del virus, Johnson ha espressamente dichiarato che in nessun modo la Gran Bretagna tornerà al totale lockdown ma che i provvedimenti volti a garantire la sicurezza sanitaria rimarranno in vigore per altri sei mesi e, all’occorrenza, potrebbero essere inaspriti.
In collaborazione con la British Equestrian, il governo britannico ha redatto un protocollo che prevede un’equazione sul numero di spettatori in considerazione dello spazio di ciascuna arena indoor al fine di consentire il distanziamento anche durante la stagione invernale, quando cioè l’attività equestre diventerà prevalentemenete al coperto. Inoltre, gli impianti equestri dovranno operare cambi di orari nelle aperture e garantire l’uso delle mascherine per tutti coloro che non sono a cavallo in tutti gli spazi dei centri (spogliatoi, clubhouse, sellerie…). Il numero degli accessi dei non praticanti sarà inoltre calmierato.
Per quanto riguarda le discipline di squadra, come l’horseball, il calendario, gli allenamenti e le partite devono essere radicalmente rivisti, cosa sulla quale la BE è già alacremente al lavoro.
A queste norme generali, si aggiungeranno poi quelle locali, che si renderanno necessarie nelle diverse aree del paese.
«Il messaggio principale – ha spiegato un portavoce della BE – è che tutti devono fare la loro parte per far sì che lo sport possa continuare. Il rispetto delle regole, in questo senso, è inderogabile».