Bologna, 18 marzo 2020 – In un momento già così triste, apprendiamo con sconforto della scomparsa di uno dei ‘grandi vecchi’ del mondo dei cavalli: Paolo Reinach ci ha lasciato.
Per chi, come chi scrive, muoveva ai tempi i primi passi nel mondo delle gare, Paolo Reinach era già – è sempre stato – una personalità. Spigoloso, a volte un po’ secco ma sempre molto competente e puntuale, quando entrava in segreteria, spesso con gli stivali da caccia, metteva un po’ di soggezione.
Ai tempi sempre antagonista di ‘papà Centinaio’, era l’altra faccia di una stessa passione chiamata completo: quella che aveva i ‘segreti dei regolamenti’ e soprattutto del ‘calcolo dei tempi’ sulla punta delle dita, quando nelle segreterie e nei centri calcoli si faceva tutto rigorosamente a mano. Difficilmente sbagliava. Così come pure difficilmente ha sbagliato come presidente dell’Ancce, l’Associazione nazionale concorso completo di equitazione che per tanti anni ha condotto seguendo spesso solo quello che voleva lui. Molto frequentemente aveva ragione e aveva anche la capacità di far impazzire chi gli stava lavorativamente accanto. Altre volte, ha avuto la grandezza umana di riconoscere a chi gli stava intorno il merito di averlo contraddetto.
Paolo Reinach, commissario in ippodromo, con i suoi Purosangue in Brughiera, con la passione straordinaria per la disciplina equestre che riteneva più vicina alla vera natura degli uomini di cavalli, il completo…
Anni fa, in occasione di una visita a casa in Brughiera per il famoso Montebianco che Lia preparava in maniera magistrale, mi aveva affidato due enormi pile di Cavallo Italiano affinché non si perdesse quello che era stato. In un’altra occasione, verso un Natale di non ricordo quale anno, mi aveva chiesto se avevo voglia di montare uno dei suoi Purosangue, quelli usciti da San Siro. Solo lui poteva avere il coraggio e la competenza necessari… Quanti aneddoti, quanta vita, quanti cavalli.
Catie, storica segretaria del Riding seppur per poco tempo, anche lei ormai sospesa nella memoria di chi l’ha conosciuta, ogni settimana si riprometteva di dire basta: un uomo impossibile. Però cambiava sempre idea e alla fine rimaneva. Perché alla fine Paolo Reinach era Paolo Reinach: impossibile ma anche unico.
Affascinante, colto, profondo, intelligente, ha segnato un tempo in cui il completo era lungo come tutta la nazione e i comitati organizzatori si moltiplicavano floridi. Bocconiano laureato nel 1950, Paolo Reinach classe 1926, ha e avrà sempre un credito infinito da parte di tante persone alle quali, a suo modo, ha insegnato tanto. Ci mancherà.
Ai figli e a tutti i familiari va l’abbraccio commosso di Cavallo Magazine. A Paolo il mio personale e rispettoso grazie per le tante cose che mi ha insegnato negli anni.