Milano, 18 marzo 2021 – Uno dei suoi disegni lo avrete visto sicuramente: è quello della ragazza con la mascherina che si appoggia a un cavallo, anche lui con la mascherina.
E’ uno dei lavori di Tatiana Pasqualini, nata a Volgograd ma che vive da sempre in Italia e frequenta l’ultimo anno della scuola di fumetto e concept design Mohola, a Milano.
La raggiungiamo telefonicamente, perché abbiamo voglia di conoscerla meglio: ci risponde una voce giovane, capace di riempirsi di entusiasmo…proprio come piace a noi, insomma.
Tatiana, è arrivata prima la passione per il disegno o quella per i cavalli?
“Sicuramente prima quella per il disegno, è proprio una passione nata con me. Non so da chi l’abbia ereditata, ma già all’asilo disegnavo continuamente, i miei genitori mi ricordano sempre che durante i colloqui la cosa che più facevano notare le maestre è che ero sempre concentrata a disegnare qualcosa”.
E i cavalli quando sono arrivati?
“Un po’ più tardi: all’età di 11 anni mio padre mi ha proposto di iniziare a prendere lezioni di equitazione. Il maneggio era a 10 minuti da casa, a Concorezzo: prima ho cominciato con qualche settimana estiva, i pony games e così via. Poi ho visto che mi piaceva e ho proposto ai miei di prendere lezioni seriamente, e ho intrapreso questo percorso sportivo.”
Cosa ti piace fare in sella?
“Amo il dressage in modo particolare: è una disciplina che richiede attenzione, precisione e tanta pazienza. Io sono rigorosa, se non faccio le cose bene non sono felice quindi si adatta particolarmente alla mia indole. Questa passione è nata anche grazie a Valentina Truppa: l’ho vista in tv da bambina, era una trasmissione sulla Coppa del mondo su Class Horse tv e ho detto whow, voglio essere come lei! e da lì ho cominciato a pensare al dressage. Adesso è un periodo di stop per me con i cavalli, non ne ho uno di proprietà ed è un po’ che non monto. Ma ho solo accantonato provvisoriamente la pratica: e appena potrò, voglio avere il mio cavallo”.
Cosa ti manca dell’equitazione?
“Mi manca proprio il rapporto con il cavallo: anche solo accarezzarlo, stare mezz’oretta con un cavallo senza per forza fare la lezione, ma proprio stare con lui. Per fortuna vicino a me c’è una scuderia con pony e cavalli, allora ogni tanto vado lì e passo un po’ di tempo con loro: perché diventa un bisogno, e ti innamori proprio dei cavalli”.
Cosa ti piace raccontare con i tuoi disegni?
“Amo trasmettere emozioni, quelle che provo io: come è successo con quello della rinopolmonite, che è diventato virale sui social. Poi quando diventa un modo per aiutare i cavalli ancora meglio: ora sto collaborando con con Ucif (Un cavallo in famiglia) per realizzare un libro; il ricavato andrà in beneficenza o per progetti solidali”.
Come ha detto qualcuno da noi, in redazione, dietro le cose belle ci sono sempre cose belle: e Tatiana è una conferma.
E poi è bello mettere gli occhi sull’arte, ogni tanto.