Bologna, 20 aprile 2018 – I Sony World Photography Awards sono uno dei concorsi fotografici più entusiasmanti, anche per i non addetti ai lavori: dieci categorie Professional a cui i partecipanti devono dedicare un progetto fotografico, altre dieci dedicate agli Open per i migliori scatti singoli (e i cui candidati alla vittoria entrano di diritto nei National Awards), una sezione riservata agli Youth tra i 12 e 19 anni anche loro con un singolo scatto ed una Student Focus per gli studenti di fotografia.
E tra tutti questi scatti bellissimi, una miriade di cavalli: che con o senza uomini attorno, sono sempre belli comunque.
Ci sono particolarmente piaciuti: il documentario visivo sul Buzkashi di Balazs Gardi (viene da cercare Uroz e Jehol…) e Horsestyle di Wiebke Haas, con quei pony liberi e belli che l’ultima messa in piega del nostro coiffeur di fiducia impallidisce di rabbia.
Ma quella che ci ha colpito al cuore è Deep Land, di Roselena Giovanna Ramistella: un viaggio a dorso di mulo nella Sicilia più profonda, dove la vita di uomini e animali è più visibilmente intrecciata a doppio filo che in tanti, artificiosi altri: come quella di Luigi, che si adatta ad ogni tipo di lavoro disponibile (quelli tipici di allevamento e agricoltura, nello specifico) pur di raggranellare i soldi che gli serviranno per far tornare la sua ragazza dalla Romania.
Per la cronaca: l’artista britannica Alys Tomlinson è stata eletta Photographer of the Year, ma anche i nostri connazionali Luca Locatelli (con l’Oro Bianco delle Alpi APuane) e Gianmaria Gava con uno scatto archittetonico preso a VIenna hanno concquistato le rispettive categorie.