Bologna, 15 marzo 2022 – Lo studio è stato pubblicato nel 2020 negli Stati Uniti, ma la sua attualità è sempre dolorosamente rinfrescata da troppe notizie di cronaca.
A lanciare il test online per la rivista Concussion sono stati alcuni ricercatori, prima firma del gruppo Ansley Grimes Stanfill e l’obiettivo era quello di capire come mai il cap non sia indossato da tutti i cavalieri.
Il collegamento social al sondaggio è stato attivo per 30 giorni generando nella prima settimana 120 commenti, 650 condivisioni e 2611 risposte da un ampio campione demografico di partecipanti anonimi.
Di questi 13 non hanno fornito una o più risposte alle quattro domande demografiche chiave: “Quanti anni hai?”; “Quanti anni di esperienza di equitazione hai?”; “Sei un cavaliere amatoriale o professionista?”; e/o “Quanto monti a cavallo?” .
Sono stati quindi esclusi da ulteriori passaggi, poiché il team di autori ha ritenuto che la mancata risposta a queste prime domande chiave potesse essere indicativa di difficoltà tecniche con l’indagine.
Nelle restanti analisi sono stati inclusi un totale di 2598 partecipanti.
Che hanno dato risposte non solo sull’utilizzo della protezione ma anche sulla manutenzione del cap, sulla sintomatologia delle commozioni cerebrali e sulle modalità di comportamento dopo una caduta da cavallo.
Gli intervistati erano abbastanza ben distribuiti tra le fasce di età, sebbene la maggior parte fossero adulti di mezza età con più di 20 anni di esperienza in sella.