Bologna, 27 maggio 2022 – Erik lo sa: quando si vive a contatto con i cavalli sono tutti importanti. Che li si frequenti per passione o per lavoro. Anche perché, per lavorare con loro bisogna necessariamente essere anche appassionati… Tra tanti però, c’è sempre un cavallo che per una ragione o per l’altra diventa più importante di altri. A maggior ragione se in qualche misura ti ha ‘salvato’ la vita. O ti ha regalato una gioia vera. Un cavallo che ha incrociato la tua strada grazie a quel disegno del destino che aveva in programma che la tua esistenza, qualsiasi essa fosse, cambiasse.
A Erik Fumi è successo e il cavallo si chiama Kohl.
Fantino, uomo con l’ippica nel sangue, figlio di fantino, Erik in un giorno qualsiasi di circa 11 anni fa aveva incontrato una trappola di quelle che non si augurano a nessuno. Una brutta caduta in corsa, l’ospedale, il non ricordarsi perché ci si risvegli in un letto che non è il proprio, perché metà del proprio corpo non ubbidisca più… E poi la riabilitazione fisica… Lunghissima.
Lunga tutto il tempo che serve per vedersi chiudere tantissime porte in faccia proprio mentre si combatte per non mollare. Da jockey, coinvolto nel mondo dell’ippica a ogni respiro, a invalido in un ambiente che non sempre si cura dei propri ‘figli’.
Eppure la stoffa emerge proprio nei momenti più bui. E siccome Erik senza i cavalli non può e non vuole stare, eccolo ‘riconvertito’ in ambito equestre. Un passaggio dall’ippica all’equitazione con tante difficoltà. Dapprima un tentativo nel paradressage ma… per uno abituato a correre come lui, non funziona. Poi finalmente l’incontro con una disciplina che lo appassiona e con il suo nuovo compagno di avventure, Kohl, detto Kohlino per gli amici.
E così siamo arrivati al famoso cavallo che per Erik è diventato il più importante.
«Nella mia vita ho montato tantissimi cavalli senza mai innamorarmi di nessuno di loro, ma con te è stata una cosa diversa». Sono queste le parole che Erik consegna ai social pochi giorni fa. Con il grigetto Arabo ricevuto in regalo dagli amici dell’Anica, Erik ha ritrovato il gusto di montare, di gareggiare e, di gara in gara, anche un magnifico sorriso.
La sua disciplina? L’endurance naturalmente. Che è una sintesi di tecnica, tenacia, resistenza e strategia. Esattamente come in corsa. Esattamente come nella vita. 5 gare vinte, 15 partecipazioni a gare per normodotati: questo è parte del bottino del binomio Erik e Kohlino. Il resto è composto da gioia e grande feeling. Che volendo ben guardare vale ancora di più.
Ma le cose evolvono e il tempo non gioca mai a favore dei cavalli. Kohl ha 18 anni e da uomo esperto di cavalli qual è, Erik sa che è venuto il momento di regalargli una vita da pensionato. Dopo l’ultima gara ad Arezzo, Kohl sembrava aver accusato un piccolo acciacco a un anteriore e così eccoci al bivio di una separazione.
Alla quale però Erik ha voluto dare una connotazione grande come lui.
«Il destino ha voluto che nel 2008 vincessi un premio all’ippodromo del Casalone dedicato a Dario Cellini, noto buttero maremmano e volontario storico dell’ippoterapia grossetana. Così, con l’idea di dare a Kohlino una buona vecchiaia, ho deciso di mandarlo a fare ippoterapia alla delegazione della Croce Rossa di Grosseto. Grazie all’interessamento dell’istruttrice Monica Moretti Mencarelli che è riuscita a prenderlo in affido. Sono contento che il mio cavallo potrà aiutare tanti bambini e ragazzi regalando loro tantissime gioie come le ha regalate a me. Perché è un campione».
Ancora una volta si volta pagina e la vita continua…
«Per il futuro spero di trovare un lavoretto e un altro cavallo perché senza non riesco a stare» racconta Erik che nonostante quanto gli abbia tolto in termini di integrità fisica, continua a nutrire per l’ippica un amore incondizionato.
«Mi piacerebbe molto trovare un lavoretto come ispettore di gara in ippodromo. Così come molti dei miei amici ex-fantini. Anni fa, chi subiva gravi infortuni in corsa in qualche misura ‘rimaneva in famiglia’ con mansioni diverse negli ippodromi. Ora purtroppo pare che la legge sia cambiata e dipenda tutto dal Ministero. Sono dieci anni che inseguo questo sogno… Vedremo. Per il momento va bene anche un lavoretto qualunque. Serve per un cavallo nuovo e per continuare il nuovo sport. Senza, non so stare».