Roma, 16 marzo 2021 – Il suo scatto è quello che ha vinto il concorso per i fotografi professionisti ai Fise Awards.
Lei è Annalisa Durighello, suo il Premio Cavallo Magazine: lo ha meritato con una immagine suggestiva, la luce del tramonto che avvolge una ragazza in piedi sulla groppa del suo cavallo.
Trasmette la sensazione di una donna libera, sicura, forte, capace: una ragazza e il suo cavallo che guardano nella stessa direzione, e tanta bellezza attorno.
Durighello ha 26 anni, e da 7 lavora come fotografa libera professionista: l’abbiamo intervistata per conoscerla meglio e scoprire quali sono le cose che, lo sentiamo, abbiamo in comune.
Annalisa, chi sono i protagonisti dello scatto vincente e perché secondo lei è piaciuto così tanto?
“I protagonisti della fotografia che ha vinto il Fise Awards 2021 sono Chiara Angelini e il suo compagno Rasian. Questa foto, secondo la mia opinione, è piaciuta a tante persone poiché rispecchia in primis l’anima di Chiara, ma soprattutto quello che cerco di catturare con i miei scatti: la libertà, il coraggio e il legame che creano per tutti noi binomi quello spazio ancestrale che ci separa dal resto del mondo e delle persone”.
Come ha cominciato a fotografare cavalli?
“Un anno fa ho fondato Phothippique, piccolo brand che si occupa di ritrattistica equestre. Phothippique nasce infatti dalla volontà di rappresentare attraverso immagini il rapporto intimo fra uomo e cavallo. Pazienza, luce, attesa, sorpresa, verità, legame, protezione, forza, dedizione, costanza e soprattutto amore. È un po’ cercare di fotografare quello che sento, oltre a quello che vedo”.
Cosa cerca di catturare attraverso il suo obiettivo?
“Sappiamo bene tutti quanto è difficile è spiegare il rapporto che si ha con il proprio cavallo. Ecco, io cerco di farlo attraverso le foto e non attraverso le parole. Ho cominciato a fotografare cavalli a 12 anni, quando ancora non avevo un telefono cellulare e il mio sport preferito era rubare di nascosto la macchina fotografica a mia madre. L’equitazione inizia per me un po’ di anni dopo, esattamente quando ne ho compiuti 25, momento nel quale ho potuto permettermelo in termini economici grazie al mio lavoro di fotografa. Prima di allora i cavalli li ho sempre cercati, fotografati ma soprattutto sognati”.
Tra tutte le fotografie che ha scattato in ambito equestre ce n’è una che ama di più delle altre? Quale e perché?
”Proprio perché ho desiderato tanto un cavallo mio, nonostante la molteplicità di scatti che conservo, la mia fotografia preferita resta quella scattata a Sorrento, il mio cavallo, il giorno del suo arrivo: il giorno dell’inizio del nostro percorso di vita assieme”.
Pensiamo anche a chi è dall’altra parte dell’obiettivo: la cosa più importante da ricordare quando ci fanno una fotografia a cavallo?
“E’ quella di restare noi stessi, come lo saremmo anche senza un obiettivo fotografico puntato addosso. La location ha poca importanza solitamente, personalmente non ricerco paesaggi mozzafiato o sfondi superlativi. Perché la dimensione che mi interessa catturare con l’obiettivo è impercettibile, intoccabile e astratta. La conosciamo tutti: è quello spazio ove il nostro compagno cavallo ci rispecchierà e ove non è concesso accettare sogni dagli sconosciuti…dove ogni binomio, nella sua particolarità e soggettività, corre più veloce di qualsiasi ricordo. A prescindere dalla geografia, dalla location”.
Viviamo in un mondo dove l’immagine ha una importanza esasperata: come la vive un fotografo questa situazione?
“Personalmente, in questo momento storico, non voglio vivere in un mondo dove regna la bulimia di immagini. Non voglio vivere, come fotografa, all’interno di un flusso visivo continuo e quasi superficiale dove le foto sono, come disse un grande maestro, ‘’così tante che alla fine non esistono nemmeno’’. Vorrei che le mie foto fossero come questa che ho sopracitato. Scatti che resistono al tempo e che indirettamente raccontano chi sono, chi siamo, da dove veniamo e in cosa crediamo”.
Partecipare a una serata di gala stando a casa è una situazione un po’ strana: come ha risolto il problema?
“Per la premiazione e la consegna del Fise Awards 2021 ho scelto di indossare una giacca da concorso, sebbene non abbia mai partecipato ad un concorso. È una scelta simbolica: indosso la giacca di un brand che per primo ha creduto nelle mie fotografie e mi ha scelto come fornitore per la comunicazione visiva dei suoi capi”.
Io e il mio compagno Sorrento con questa giacca non abbiamo sfidato nessun percorso ad ostacoli, bensì il vento, le correnti e le possibilità. Ogni mio timore è stato trasformato da lui nel corso dei mesi in conforto. Ogni mio dubbio lui lo ha trasformato in sicurezza. Ogni mia debolezza è stata trasformata da Sorrento in punto di forza.
“Questo premio per me è un importante traguardo, ovvero la celebrazione dell’unione delle mie passioni più grandi: la fotografia e i cavalli”.
Questo premio lo dedichiamo a Sorrento?
“Sì, perché sono fiera di avere vicino a me un compagno che mi sostiene, mi aiuta e mi trasmette coraggio in questo percorso ad ostacoli per noi appena iniziato”.
Qui per guardare i Fise Awards, e qui la pagina Instagram di Annalisa Durighello