Perugia, 26 ottobre 2022 – Certe volte pensi ‘ma dove vanno a trovarle le storie da raccontare’ su giornali e siti web, Santa Pazienza.
Questa l’abbiamo scoperta in Germania, ma in realtà di casa abita in Umbria – anzi più precisamente a Tavernelle di Panicale: ed è quella di Sofia Bacioia, pluricampionessa italiana ed europea di Working Equitation.
Che a Cavalluna trasforma il suo sport in uno spettacolo: è stata lei l’Amazzone del Fuoco nello spettacolo ‘La Leggenda del Deserto’, che ci è piaciuto moltissimo.
Lo abbiamo visto a Dusseldorf nel giugno scorso, e ammirato perché ha reso spettacolo una disciplina concreta come la monta da lavoro.
Un costume sontuoso, luci galattiche, idee brillanti per la coreografia: ma Sofia e il suo Cartagena, cavallo Azteca sotto tutto questo mettevano la precisione, la tecnica, l’abilità e la sensibilità di tanti anni passati a gareggiare in tutta Europa.
In più metteteci che chi scrive per voi abita in un comune limitrofo a quello di Sofia, quindi è davvero una sorpresa vedersi per la prima volta e conoscerci lì, a 1.317 km da casa.
Sofia, come ha fatto ad arrivare a Cavalluna?
“Mi ha contattato una mia carissima amica di Milano, Amalia Gnecchi Ruscone, perché era in Portogallo a fare delle prove per uno spettacolo per loro (La Leggenda del Deserto) e le hanno chiesto se conosceva una ragazza che faceva monta da lavoro. Era questa la parte che doveva fare l’Amazzone del Fuoco prevista in copione: una scena in cui i protagonisti erano gli elementi della monta da lavoro e in particolare la prova di velocità. Lei ha pensato a me, mi ha chiamato a provare e mi hanno presa”.
Sembra davvero che tu ti stia divertendo in questo ambiente: ma stai imparando anche qualcosa di nuovo?
“Diciamo che impari anche un po’ a vivere. Perché comunque sia lontano da casa, dove non c’è nessuno che conosci fai nuove amicizie, conosci nuove persone, ti relazioni con la gente del pubblico. Impari a vivere, a comportarti in un ambito professionale: e anche a migliorare molto la tua competenza nelle le lingue straniere. Qui si parla tedesco, inglese, spagnolo, portoghese, francese, italiano…c’è tutto il mondo che gira insieme per l’Europa, tutto dentro lo stesso spettacolo”.
Da piccola ha mai immaginato che avrebbe fatto un lavoro del genere?
“Mai lo avrei pensato. Nel 2008 sono stata a Firenze con mio padre (maniscalco di professione, che condivide con lei la passione equestre) a vedere uno spettacolo di Apasionata, la prima veste di Cavalluna. Gli ho detto: ‘Papà, fare questo lavoro sarebbe il mio sogno’. E alla fine si è avverato”.
Sempre quel discorso di prendere i propri sogni, e quelli altrui, molto sul serio.
Poi Sofia ci mette un impegno quotidiano da anni, e una particolare e riconosciuta sensibilità con i più diversi tipi di cavalli, dietro le quinte dello spettacolo abbiamo sentito tanti dire “A Sofia puoi dare qualsiasi cavallo, e lei te lo sa far lavorare al meglio”.
Ma servono sempre tutti e due gli ingredienti per realizzare un desiderio: tanto lavoro, e un sogno da sognare.
Intanto Sofia continua a lavorare, quest’anno sarà a Cavalluna nel Team di Filipe Fernandes, riusciremo ad andarla a trovare a casa, una volta che si fermerà tranquilla a Tavernelle?
Speriamo di sì, sarà una bella occasione per un’altra chiacchierata…tra buoni vicini!