Roma, 31 agosto 2018 –
I cavalli sono i suoi amici, la sua casa, la sua famiglia da quando, a 5 anni e mezzo, ha cominciato a praticare l’equitazione, scegliendo di non usare l’animale per meri fini competitivi ma cercando di creare, con loro, una relazione che mantenesse fede ad un rigido codice etico fatto di rispetto e amore.
Alessandra Casino svela così il suo iniziale timore reverenziale verso i cavalli che, crescendo, si è trasformato in una scelta di vita, non sempre facile, costellata di molti sacrifici.
Si racconta e confessa di come abbia imparato negli anni a stare con loro preferendo, al cambiare sovente cavallo per avere una banale medaglia, la costruzione di un rapporto duraturo nel tempo. Vincere tutti i giorni, piuttosto che salire su un podio!
Anche perché la scena, la nostra amazzone, in realtà la calca già da protagonista con un microfono in mano e con una voce che intepreta tanto il jazz e la bossa nova quanto le tonalità pop o il christian rock, conservando tuttavia una profonda vena tutta personale come cantautrice.
Come per la canzone “Every person”, composta all’occasione dell’evento internazionale Blue Connection per la sensibilizzazione e la consapevolezza dell’Autismo durante lo scorso mese di aprile. Colonna sonora delle diverse manifestazioni di questo movimento spontaneo, nato grazie all’associazione tunisina Centre Hippique Mahdia e rimbalzato, poi, in Italia e in altri paesi come il Marocco, la Francia, la Croazia, il Brasile, ecc.
“Every person” oggi é anche la musica del film del regista Michele Conidi sul tema sociale del bullismo “5 minuti ancora“, già fra i 5 finalisti del Vulcano Film Festival. Il brano scritto da Alessandra Casino e arrangiato da Remo Ciarletta è stato eseguito dal vivo, su una base di solo pianoforte realizzata dal pianista Felice Tazzini, in una delle tappe del Cantagiro umbro a Narni Scalo, una kermesse che, dal lontano 1962, svolge un ruolo importante nella ricerca di giovani talenti della musica italiana.
«Scrivo quando vivo delle emozioni forti e importanti», spiega Alessandra, «sia di felicità sia di dolore. Poi a me piace anche comporre nel dormiveglia, quando ti ritorna un motivetto nella testa. Amo l’inconscio perché è un serbatoio bellissimo e colorato. Per il testo mi sono ispirata alla diversità. Mi sono ispirata a quello che vedo e che sento. A quanto il modo di fare di ognuno possa essere erroneamente frainteso. Ho pensato a quanto sia difficile comunicare.
A volte quando guardo i cavalli muoversi vedo nella mia testa geometrie e linee colorate che ne descrivono i movimenti. A volte i suoni che sento diventano colori. I profumi richiamano immagini che mi ricordano persone e bei momenti. A volte “i sentimenti possono essere visibili”. Ma non riesco sempre a far vedere agli altri quello che vedo io. Per questo passo momenti di profondo silenzio e solitudine alternando la vita sociale a momenti di riflessione. Cercando di domare la frustrazione di non poter condividere la bellezza di quello che vedo con le persone che amo. Per questo, io canto. Canto la solitudine e l’incomprensione, la diversità e la cecità emotiva di chi non capisce che possiamo acquisire empatia grazie agli animali. Canto per chi, come nell’autismo, non ha voce e non solo manca di “verbalità” ma che, in realtà, non ha posto in una sociétà che non solo male accetta la neurodivesità ma che la emargina».
Alessandra Casino ripete nel suo refrain “Maybe just some people could understand / That everyone is just so different! / Maybe every person should understand / That everyone can make the difference! / Riding on my blue horse….” (forse solo alcune persone potrebbero capire/ Che tutti siano così diversi!/ Forse ogni persona dovrebbe capire/ Che tutti possano fare la differenza!) e forse sarebbe ora che ascoltassimo queste parole non solo col cuore ma anche con i fatti.
Di Paola Iotti
Aggiungiamo la videoclip di Alessandra “Ave Maria”, dove i cavalli e gli altri amici animali sono la nota serena e felice contrapposta agli orrori delle guerre e altre tragedie