Bologna, 23 ottobre 2021 – Il mondo dei cavalli, a volte, è custode di storie straordinariamente toccanti. Quella di John Shear è una di queste. Per scoprirla ci sono voluti 100 anni, un eroico salvataggio e la meritata pensione.
Questo signore di origine britannica ma statunitense di adozione non è un cavaliere o un fantino famoso. Non ha allevato campioni eccellenti… Insomma è uno normale. Come ce ne sono tanti. Con una grande passione per i cavalli, così straordinariamente legati alla sua esistenza che neanche ci fa più caso.
Per 60 anni ha lavorato all’ippodromo di Santa Anita, California del Sud, come addetto generico. Ha cominciato nel 1961 e, nella sua personalissima interpretazione del concetto di ‘quota 100’, all’età appunto di 100 anni, quest’anno a giugno è andato in pensione.
Classe 1921, John che con gli anni che finiscono con 1 pare avere un legame particolare, nel 2011 è salito alla ribalta per aver fatto scudo con il proprio corpo a una bimba di cinque anni che stava per essere investita da un cavallo.
Sea and Sage, un castrone di 3 anni si trovava nel tondino con altri 9 cavalli, pronto a entrare in pista. Improvvisamente, con un dietro-front repentino, il cavallo era sfuggito al controllo di chi lo teneva alla lunghina e con uno scatto si era diretto verso la porta per tornare in scuderia.
Ma a vigilare sul varco c’era proprio John Shear che, al posto di spostarsi come sarebbe venuto istintivo a chiunque, ha pensato a proteggere con il proprio corpo una bambina immediatamente dietro a lui, facendole scudo. Di lì a poche frazioni di secondi, Sea and Sage li avrebbe calpestati. La bambina uscì completamente illesa dall’impatto, ma John riportò fratture del bacino, dell’anca, alla schiena, al volto oltre a vaste emorragie interne.
«I cavalli quando hanno paura cercano di tornare in tutti i modi a casa. Quando ho sentito urlare ‘cavallo libero’ sapevo che sarebbe venuto diretto dalla mia parte» racconta John. Che dopo una lunghissima convalescenza non ha esitato neppure un secondo a tornare in ippodromo nonostante avesse già 90 anni suonati all’epoca dell’incidente.
«La storia di John è straordinariamente coinvolgente. Lui è una leggenda in ippodromo. Per tutti» racconta Chris Merz, direttore a Santa Anita, che va detto, rimane uno degli ippodromi più ‘discussi’ al mondo.
Come a ogni leggenda che si rispetti, oltre tutto un eroe, nel 2021 gli è stata dedicata una targa che campeggia sulla staccionata del tondino Sea Biscuit in memoria del suo generoso atto.
Di più… Nel 2022, il 10 aprile, si correrà la prima “John Shear Mile”, una corsa a lui dedicata.
Non male per un semplice addetto di ippodromo, orfano, pluri-emigrato, fantino mancato, soldato in guerra e alla fine eroe.
«Nel momento esatto in cui sono sceso dal van e ho messo letteralmente il primo piede a terra nell’area delle scuderie di Santa Anita ho pensato: Signore, questo è il posto dove voglio stare».
Quando si dice… uno ‘stable job’…