Bologna, martedì 1 ottobre 2024 – La sua voce apre la canzone “Silver Stallion”, poi seguita nelle strofe successive da quelle dei suoi compagni ‘outlaw’ Johnny Cash, Waylon Jennings e Willie Nelson. Kris Kristofferson, un monumento della musica country e rock, ci ha lasciato ieri all’età di 88 anni. Un uomo dai mille talenti: musicista, compositore e attore. Il grande schermo gli è stato particolarmente congeniale, grazie a notevoli qualità recitative unite a una maschia bellezza che spesso lo hanno reso interprete ideale di determinati soggetti: lo hanno diretto registi del calibro di Martin Scorsese, Sam Peckinpah, Michael Cimino in capolavori quali “Alice non abita più qui”, “Pat Garrett and Billy the Kid” (colonna sonora di Bob Dylan, presente a sua volta nel film come attore), “Convoy – Trincea d’asfalto”, “I cancelli del cielo”, tra i tanti.
Ma Kris Kristofferson è stato soprattutto un musicista. Autore di una canzone enorme come Me And Bobbie McGee (quel Bobbie originale poi divenuto Bobby) portata al successo inizialmente da Janis Joplin in una sua indimenticabile versione, poi via via sempre più prolifico nello scrivere di proprio pugno come pure nell’interpretare brani altrui. Certamente la sua notorietà nel mondo del rock e del country ha travalicato i confini dell’ascolto di genere quando si è unito a Johnny Cash, Waylon Jennings e Willie Nelson per formare il supergruppo The Highwaymen: un concentrato di eccellenze che alla musica country sta come l’unione di Crosby, Stills, Nash e Young a quella rock.
Musica, ma anche cavalli, come sovente accade a chi nel mondo del country rock ha imbracciato una chitarra; le radici dell’universo musicale statunitense del resto affondano proprio lì, ‘dentro’ quei simboli meravigliosi e senza tempo: appunto chitarre e cavalli. I cavalli sono stati parte importante nella vita di tutti e quattro gli ‘outlaw’ di The Highwaymen, e non solo in quanto tema musicale: Willie Nelson, per esempio, possiede un ranch in cui ha salvato decine e decine di cavalli destinati al macello e ai quali si dedica tuttora con amore e dedizione incondizionati.
“Silver Stallion” è la canzone che apre il disco Highwayman 2, il secondo lavoro del supergruppo uscito nel 1990. La canzone (di cui è però autore Lee Clayton) unisce l’immagine di un cavallo a quella di una donna, entrambi estremi nella loro rappresentazione: lui è “senza un segno sulla sua pelle di seta” e “potrà fidarsi di me come di un fratello”, lei possiede lame di rasoio negli occhi, un tocco di tristezza nelle dita ma anche “tuoni e fulmini nelle cosce”. Nella versione del gruppo diventa una splendida canzone corale: ciascuno dei quattro canta una strofa a partire da Kris Kristofferson, tutti e quattro uniscono le voci per il ritornello.
Ieri Kris Kristofferson se n’è andato a 88 anni (nato il 22 giugno del 1936), raggiungendo così i suoi compagni Waylon Jennings (scomparso nel 2002 a 65 anni) e Johnny Cash (morto nel 2003 a 71 anni). Dei quattro outlaw rimane qui con noi Willie Nelson, un fenomeno di energia, bravura, longevità artistica (oltre che fisica) visto che a 91 anni (nato il 29 aprile del 1933) continua a fare concerti… E soprattutto a dedicarsi ai suoi oltre settanta cavalli che vivono felici e liberi nel suo ranch. Ennesima dimostrazione del fatto che l’unione di cavalli e musica costituisce un binomio di forza straordinaria.