Macerata, 20 aprile 2021 – Siamo abituati a pensare a loro come persone disabili, che hanno una difficoltà.
E sbagliamo, come ci insegna la Brigata degli Unicorni.
Una associazione che ha un grande progetto: far funzionare un allevamento di cavalli Haflinger e Bardigiani, gestito da persone diversamente abili ma con un talento speciale per la comunicazione non verbale con i cavalli.
Ce lo ha spiegato bene Loredana Capone, che ci presenta i “suoi” ragazzi: la Brigata degli Unicorni.
Stefano ha 43 anni, mio fratello, accompagnato da tutta la vita da un fastidiosa forma di epilessia e un moderato ritardo cognitivo. Oggi le sue condizioni sono decisamente migliorate con l’utilizzo di farmaci galenici a base di cannabis terapeutica. Lavora in maneggio, nel suo maneggio, con i suoi cavalli, perché qui alla fine della storia, come dice lui, è tutto suo..
Tommaso ha 16 anni, lo conosco da quando ne aveva tre, perché la mamma lo portava a fare ippoterapia nel centro dove ho svolto per qualche anno attività di volontariato. Ha la Sindrome di Down ma ha anche gli occhi azzurri e, malgrado non sappia né leggere né scrivere, qui in maneggio si muove come un esperto mandriano ed è un innato leader,
Agnese ha 20 anni (anche per lei un lieve ritardo cognitivo), alta, fisico mozzafiato, modi delicati e animo gentile. Molto timida, ma a cavallo la timidezza scompare: è precisa, tecnica, elegante come poche amazzoni sanno essere. E soprattutto guarda negli occhi il cavallo con un’energia che pochi esseri umani possiedono.
Rebecca ha 23 anni e sembra sempre una bambina, occhi sempre vivaci e perennemente sorridenti. Malgrado le sue difficoltà anche nel muoversi ha un coraggio e un grinta senza pari: dicevano di lei che non avrebbe mai potuto gareggiare, ma lei è andata oltre. E’ una campionessa dentro e fuori il campo di gara!
Tom Dorrance diceva: “A me interessa il lavoro quotidiano con il cavallo, la condivisione di un mestiere da compiere insieme, l’unione che stringe due compagni che viaggiano sullo stesso sentiero”, ciò che chiamava “True Unity”.
Non a caso i padri fondatori della Natural Horsemanship sono stati ranchers, soldati, allevatori e vaqueros e non cavalieri dei circuiti agonistici.
Il quotidiano compito di svolgere una professione difficile e leggendaria infonde coesione al binomio e pretende una comunicazione totale.
Ed ecco lì che ai nostri occhi (forse solo ai nostri, ma poco importa!) c’erano esattamente descritti Stefano, Tommaso, Agnese e Rebecca e la “True Unity”.
La nostra Brigata degli Unicorni.
Ormai da tempo abbiamo “scoperto” e poi sperimentato, quindi finalmente preso definitivamente atto che questi ragazzi riescono ad applicare ogni tecnica di comunicazione non verbale con una facilità disarmante.
Non hanno bisogno di spiegazioni o tante teorie.
Si avvicinano ai cavalli in silenzio, con movimenti sicuri e innati di chi, come i cavalli stessi, fa della comunicazione non verbale la loro unica risorsa.
Siamo noi che non li ascoltiamo, siamo noi che vogliamo “adeguarli” al nostro mondo, al nostro becero modo di agire.
Loro si avvicinano ai cavalli come falene alla luce e i cavalli li riconoscono ogni volta, ogni singolo giorno.
Abbiamo pensato a una raccolta fondi per proseguire la loro formazione nell’HorsemanShip e per la gestione dell’allevamento.
Questo piccolo maneggio, in questa piccola azienda agricola sociale c’è la loro vita e la loro opportunità verso una vita autonoma e dignitosa
Devono diventare ancora più bravi, possono diventare ancora più bravi: non lasceremo nulla di intentato.
Se poteste vedere lo sguardo dei nostri cavalli quando sono insieme a loro e si affidano totalmente, senza riserve nelle loro mani come non fanno con nessun altro cosiddetto “normodotato”.
Perché “I cavalli non sbagliano mai. I cavalli hanno sempre ragione”, come diceva Tom Dorrance
Se vuoi far crescere la Brigata degli Unicorni, qui c’è la raccolta fondi.
Loro, intanto, continuano a lavorare con i loro cavalli Bardigiani e Haflinger.