Brindisi, 4 agosto 2018 – Ostuni è bianca e splendente e i morelli sul suo sfondo ci stanno da Dio, o ancora meglio: ci stanno per Sant’Oronzo.
Perché la devozione per il Santo protettore del Salentoshire (secondo i dati demografici, qui ci abitano più inglesi che albanesi) per gli ostunesi ha il suo apice nei giorni dal 25 al 27 agosto, quando la statua d’argento del Santo viene scortata dai cavalieri in processione per la città.
E per l’appunto negli ultimi anni i cavalli che partecipano sono tutti morelli, per lo più stalloni; tra loro qualche Frisone ma per la stragrande maggioranza si tratta ovviamente di cavalli Murgesi.
Come Glacial Storm VDM del giovane ostunese Francesco Palma, che ci racconta questa tradizione così sentita: «Il primo giorno viene fatta la visita veterinaria e vengono assegnati i numeri che indicano la posizione di ognuno durante la sfilata: quest’anno saranno 35 i cavalli partecipanti, di questi solo i primi 10 saliranno sino alla cattedrale per aspettare il Santo e accompagnarlo giù dagli altri il 26 di agosto, per la processione coi cavalli bardati. Ma anche gli altri giorni si sfila, anche se non in costume: si va fino al Santuario di Sant’Oronzo sui colli, è da qui che ha origine la tradizione di questa cavalcata, con cui i fedeli ringraziano il Santo di aver liberato Ostuni dalla peste nel 1657. I primi donatori che nel 1788 unirono le forze per commissionare la statua d’argento di Sant’Oronzo erano vaticali o trainieri, cioè trasportatori che utilizzavano i cavalli per i loro attacchi: e proprio a cavallo accompagnarono la prima volta il prezioso simulacro per le vie della città. Per affrontare il percorso cittadino durante la festa con tutte le luci, i rumori e la gente cavallo e cavaliere devono essere ben affiatati: io presto il mio ad un amico, Donato Francioso, visto che non ho ancora l’anzianità necessaria a partecipare. Ma Glacial Storm già l’anno scorso si è comportato benissimo: lui è abituato a passare anche in città durante le nostre passeggiate (vedi Cavallo Magazine 364 di marzo 2017), in più per ovviare ad ogni imprevisto ogni cavallo è scortato da un accompagnatore pronto a tenerlo sotto controllo con la lunghina. Dopo ogni processione vengono premiati i migliori cavalieri e accompagnatori: i primi sono vestiti con splendidi costumi, e i cavalli hanno i finimenti della festa e una mantiglia ricamata come gualdrappa».
Anche Massimo Natola, il vicepresidente della Associazione Giovani Allevatori Murgese, è di Ostuni: «La mantiglia deriva dalla coperta che avevano messo ai loro cavalli i trainieri che portarono la statua del Santo da Napoli» ci spiega Massimo, «era la più bella che avevano, un modo per rendere onore a Sant’Oronzo. Poi si è sempre aggiunto qualcosa, e adesso sono vere e proprie opere di artigianato casalingo: ogni famiglia ha la propria, e anche i costumi dei cavalieri sono fatti in casa. Per il mio mia madre ha lavorato mesi, ma adesso se arriva un figlio c’è tutto pronto: finimenti, mantiglia, kepì e costume. Il momento della vestizione è bellissimo ed emozionante: amici e parenti vengono ad assistere e ti dicono in bocca al lupo. E’ un momento da brivido, io lo faccio da 14 anni ma ogni volta è come partire in missione per me: dalla sella hai tutta un’altra prospettiva del paese, delle persone e della festa. L’anno scorso per la prima volta sono stato scelto per salire sino alla basilica: un onore e un impegno, perché i cavalli per stare là devono essere davvero molto bravi e gestibili. Ci sono la banda, le luci, la gente, lo spazio è poco e solo i binomi più affidabili possono arrivare lì. Come i nostri Murgesi, così belli e così bravi».
Nel giugno 2018 si sono rinnovate le cariche sociali dell’Associazione Cavalcata di Sant’Oronzo, cui è affidata l’organizzazione della parte equestre della sentitissima ricorrenza religiosa.