Bologna, 14 marzo 2023 – C’è il giorno della Mamma, quello del Papà, il giorno dei Nonni e quello della Terra.
Forse non tutti ricordano però che il 22 settembre è l’American Indian Day, e che se esiste questa ricorrenza è anche grazie all’impegno di un nativo americano, James Volpe Rossa.
Oramai le date istituzionali dedicate a qualcosa di politicamente corretto, socialmente teneroso e/o commercialmente utilizzabile sono talmente tante da confondersi tutte in un fumoso calendario di appuntamenti imposti, sempre meno accattivanti e considerati.
Ma cento anni fa le cose stavano diversamente e riuscire ad avere un giorno tutto per sé era qualcosa di nuovo, l’occasione di avere un po’ di visibilità.
Lo aveva pensato anche James Volpe Rossa, un indiano della tribù dei Piedi Neri che nel 1915 organizzò un viaggio di sensibilizzazione per istituire una giornata dedicata ad onorare gli Indiani d’America.
E ovviamente si trattava di un viaggio a cavallo. Montava un pony Paint dall’aria mite e tranquilla, in alcune foto allegramente impavesato da gagliardetti coloratissimi e in perfetto stile Stars&Stripes in anticipazione dello stile college anni ’50.
Red Fox era un avvocato, faceva parte della Società dei Nativi Americani e fondò a sua volta il Tipi Order of America.
Era un grande affabulatore e riusciva alla grande nelle raccolte fondi. Nel 1910 grazie ai sui tour di conferenze raccolse più di 15,000 $ a favore della Croce Rossa americana e riuscì a farsi dare l’appoggio di 24 Governatori di stato per presentare la sua richiesta alla Casa Bianca.
Era il 14 dicembre 1915, ed è da notare che sino al 1924 gli Indiani d’America non erano nemmeno riconosciuti come cittadini.
Infatti il nostro paladino della causa indiana non venne ascoltato. Bisognerà aspettare Ronald Reagan che nel 1968, in qualità di Governatore della California, istituirà l’American Indian Day che sarà poi ripreso anche da altri stati dell’Unione.
Ma l’idea originale era partita da molto più lontano, come avete visto. Da questo ragazzo con la faccia seria, che anche l’abbigliamento racconta come a metà tra un mondo e l’altro.
Perché i nativi americani erano considerati poco più di niente se rimanevano legati alle tradizioni e agli usi dei propri padri, ma era comunque difficilissimo per loro integrarsi nella società normale.
Probabilmente per questo le successive battaglie di James Volpe Rossa furono quelle per la creazione di scuole per i ragazzi indiani e l’organizzazione degli Indians Boy Scouts.
Un modo per introdurli nel loro Nuovo Mondo, e cercare di abituarli agli stessi strumenti e alla stessa mentalità dei loro coetanei di origine europea.
Un viaggio ancora pìù lungo e faticoso di quei 4,000 kilometri percorsi da Red Fox James e il suo pony pezzato nel 1915.