Balmoral, 8 settembre 2022 – Se compiere il proprio dovere fa dormire sonni tranquilli, abbiamo buone probabilità che lei riposerà serena anche questo ultimo, lungo sonno.
Elisabetta II del Regno Unito è morta serenamente oggi pomeriggio a 96 anni, poche ore dopo aver sostenuto l’ultimo suo impegno ufficiale: accogliere il giuramento del 15° primo ministro del suo regno, la Tory Liz Trauss.
Una vita dedicata al suo Paese, come aveva giurato di fare nel discorso ufficiale della sua incoronazione: fino all’ultimo respiro.
Probabilmente è questa sua capacità di tener fede alla parola data, il suo senso del lavoro – per quanto sia particolare il lavoro di una sovrana – che l’ha fatta amare incondizionatamente da tanti suoi sudditi di ogni partito politico.
E non solo dai suoi sudditi: per chiunque amasse i cavalli Elisabetta era un mito, un esempio, un nume tutelare e un modello inarrivabile sì, ma che si faceva amare.
Perché incredibilmente dentro di lei trovavamo tante cose che possediamo anche i noi.
La passione per i cavalli che aveva innata sin da bambina, che è continuata tutta la vita e la faceva sorridere di gioia ogni volta che un equino era nei suoi paraggi è la stessa che proviamo in tanti, e per questo la riconosciamo bene.
Elizabeth Alexandra Mary Windsor era nata alle 2,40 del 21 aprile 1926 a Strathmores’ House, in Bruton Street, con taglio cesareo. Era un periodo di scioperi e rancori, la nascita di una principessina reale servì ad avere una buona notizia da pubblicare sui giornali per rasserenare gli animi e stemperare le tensioni.
La piccola Elisabetta era la 3° in linea di successione per il trono, ancora non si supponeva avrebbe veramente regnato. Ma una alla volta le cose della storia si sistemarono in modo da metterle The Crown sul capo.
Lo zio Edoardò abdicò, il padre Albert venne incoronato come Giorgio VI ‘grazie’ allo scandaloso amore del suo fratello maggiore per Wallis Simpson.
Alla morte del papà tanto amato nel 1953 Elisabetta diventò regina: era legatissima a lui, timido in pubblico quanto affettuoso e allegro in famiglia.
Fu il suo primo istruttore di equitazione e quando Lilibeth compì tre anni le regalò il primo di una lunghissima serie di pony e cavalli, la Shetland Peggy,
Elisabetta è stata una sovrana da record, lo sappiamo.
70 anni di regno, una fibra eccezionale che si poteva sospettare in una ragazza che è stata stimata e coccolata (per quanto gli fosse istituzionalmente possibile) da un mastino come il Primo Ministro sir Winston Spencer Churchill.
Ma è stata, ancor prima di tutto il resto, una gran donna di cavalli.
Competente, diligente, costante, coraggiosa, attenta: sempre elegante in sella, impeccabile quando montava all’amazzone nella sua uniforme scarlatta.
Forse non è stata una madre tenerissima con la prole, ma ha seminato passione equestre in quasi tutti i suoi figli e in molti nipoti.
Un anno fa i medici le avevano sconsigliato di montare: evidentemente continuava a farlo alla bella età di 95 anni, e non siamo del tutto sicuri che siano davvero riusciti a convincerla.
Adesso, per quanto sembri incredibile, se ne è andata.
Ci piace immaginare che Filippo l’abbia accolta Lassù con lo stesso sorriso irresistibile che l’aveva fatta innamorare da ragazzina. Eabbia portato a salutarla anche i cavalli più amati di tutta la sua lunga vita: Peggy, Tommy, Imperial, Burmese, Pall Mall, Winston.
I suoi Corgi le stanno saltellando attorno, scodinzolando in quel modo buffo senza il codino da agitare: sì, adesso davvero potrà fare un buon riposo, Sua Maestà.