Reggio Emilia, 25 gennaio 2023 – L’avevamo capito appena visto il trailer che era un film importante.
Parliamo di Eo della Arthouse films, appena candidato agli Oscar come miglior film internazionale dopo aver vinto il Premio della Giuria e quello per la miglior colonna sonora (firmata da Pawel Mykietyn) al Festival di Cannes.
Noi non siamo ancora riusciti a vederlo, quindi abbiamo chiesto la recensione a uno che di asini se ne intende: Massimo Montanari, grande amico di ogni creatura a orecchie lunghe e animatore di AsinoMondo, il Mondo degli Asini di Reggio Emilia.
Massimo, sarà che siamo vecchi e certe cose non riusciamo più a sopportarle…ma Eo fa piangere?
“No, il film non fa piangere, credimi, a parte qualche qualche scena un po’ emozionante ovviamente. Non è un film tra ‘violento’, perlomeno violento nei confronti dell’asino. Tieni presente che questo è un film che dopo 50 anni dall’uscita di “Au hasard Balthazar” di Robert Bresson, che era del ’66, ripropone la storia di un asino che viaggia e attraversa le vicissitudini dei vari padroni. La sensibilità verso gli animali è comunque cresciuta in tutto questo tempo, per cui non ci sono scene di violenza nei confronti dell’asino”.
Che sollievo.
“È tutto sommato quello che ritengo film delicato, anche se c’è una scena dove si vede un gruppo di teppisti che sfasciano un bar e lì c’è l’asino di fianco, nella finzione gli corrono dietro per bastonarlo: ma non si vede, la scena riprende dopo quando l’asino è in una clinica con le flebo e si sente il dialogo dei medici veterinari (“Noi qui gli animali li salviamo, non li abbattiamo”) ma non si vede assolutamente nulla. Eo è il viaggio di questo asino che attraversa l’Europa e con i suoi occhi guarda le vicissitudini umane, sia quelle positive che quelle negative. Per cui è l’asino il protagonista: che viaggia, osserva. Ci sono scene ambientate in natura straordinarie, e soprattutto valorizza appieno quello che è il vero carattere dell’asino: cioè curioso, calmo e che osserva, cerca di capire cosa gli succede intorno. E comunque quando l’uomo combina dei guai lui a un certo punto prende e se ne va per i fatti suoi, da un’altra parte”.
Ma è un film per bambini?
“Per i bambini credo sia un po’ troppo difficile da capire: è bellissimo, ma non è un film allegro. I bambini e i ragazzi in televisione vedono quotidianamente molta più violenza di quella che si può trovare in Eo: ma è un film introspettivo, dove tu ti devi mettere al posto dell’asino e viaggiare con i suoi occhi. Un film molto intelligente, a mio parere. Noi ci abbiamo anche messo la faccia nel promuoverlo: ho fatto la presentazione alla platea durante la proiezione nei cinema comunali, dove abbiamo portato anche i nostri asini. E conosco personalmente la signora che in Polonia ha dato l’asino attore: ho fatto un corso di formazione per gli asinari polacchi nel 2016 e c’era anche lei tra gli allievi. E anche Roberto Concezzi, che ha dato una mano per le riprese italiane”.