Bologna, 2 gennaio 2025 – Questa è una storia di terza mano: perché l’ha scritta Pier Luigi Rubattu per Sassari Notizie, una collega gentile l’ha letta e me l’ha segnalata, sapendo della mia particolare simpatia (anche!) per i cavalli di Sardegna.
E Rubattu la storia di Vincenzino l’ha scritta anche molto bene, tanto che ci spiace non poter fare semplicemente un copia e incolla del suo bell’articolo, che per altro trovate qui.
Ma tant’è: la correttezza parla chiaro, ci limiteremo a ‘rubare’ gli incisi del proprietario di Vncenzino, Mauro Viaggi e a riassumere il resto.
Tanto per cominciare, all’anagrafe Vincenzino di nome fa Vinsent, nato nel 1994 da Veinar Al Maury (Purosangue Arabo) e Gazzada (Purosangue Inglese): ieri ha quindi compiuto i 31 anni, come da tradizionale convenzione ippica.
Una bella età per un cavallo, che Vincenzino porta con invidiabile freschezza sfilando ancora con onore agli appuntamenti tradizionali come quello di Cossoine, solo pochi mesi fa.
In gioventù era stato destinato alle corse al galoppo, che non si sono dimostrate il suo pane. Poi con Mauro Viaggi e il figlio Fabrizio ha fatto tanta campagna, anni di gare di Endurance e molti trekking.
Oggi si gode tranquillamente il suo pascolo, uno degli ingredienti nemmeno tanto segreti della sua ricetta di giovinezza, come spiega Viaggi.
Che con la famiglia abita proprio di fronte al paddock che Vincenzino divide con la cavalla Deorada a Taniga Baldella, nel comune di San Camillo:
“Mangia sempre all’aperto perché dopo aver preso un boccone vuol farsi un giretto tra gli ulivi . Altro morso e altro giro. Pasteggia e passeggia. Se avesse un contachilometri come quelli delle vecchie macchine, che si fermavano a centomila, credo che si sarebbe azzerato diverse volte”.
Eppure Vincenzino avrebbe potuto finire a bistecche per un problema di anagrafe equina. Da puledro infatti era stato inspiegabilmente trascurata la sua registrazione, rendendogli quindi impossibile partecipare a qualsivoglia competizione.
E si sa quale sarebbe stata la sua fine in una regione dove la gastronomia tradizionale (e anche la necessità economica delle aziende agricole, siamo onesti) comprende l’utilizzo di carne equina.
E’ stato proprio Viaggi a salvare quel puledro ‘sans papier’. Grazie al suocero che era di Sedilo si stava appassionando all’equitazione, e si innamorò di quel cavallino che comprò quando era ancora sotto la madre, insieme a lei.
Una volta Vincenzino rimase impigliato nella recinzione, si salvò perché invece di farsi prendere dall’agitazione rimase tranquillo sino all’arrivo di Viaggi. Che lo liberò dal filo spinato ma rimase ancora più legato a lui, alla sua intelligenza e affidabilità.
Fattrice e puledro ‘abitavano’ nei terreni della facoltà di Veterinaria: a domarlo fu uno studente della facoltà, Giuseppe Sedda che oggi esercita la professione di medico veterinario.
Una volta ritirato dalle gare di Endurance il carattere posato e affidabile di Vincenzino è stato prezioso nelle sfilate folkloristiche e nelle ardie, dove in testa al corteo sfila in sella anche il parroco del paese. “A Osilo don Salvatore Saba lo ha battezzato ‘cavallo da prete’ per la calma e l’autorevolezza nelle processioni”.
Ora tante passeggiate con gli amici dell’associazione Pegaso, a lui affidano ragazze e ragazzi giovani e inesperti.
Sicuri che lui li porterà tranquillo e loro non gli costeranno fatica inutile: “Lo presto a gente leggera, ragazzi e ragazze, i suoi trenta chilometri al giorno se li fa tranquillo” spiega Viaggi.
Quando Vincenzino torna a Sassari non vede l’ora di rimettersi in moto: Mauro lo guida lungo i soliti percorsi, da Taniga a Logulentu a Osilo, e ancora verso Tergu o Bunnari. “Ogni tanto gli faccio fare una corsa all’anello o un’Ardia. Erano le passioni di mio figlio Fabrizio, che non c’è più, e in questo modo onoro la sua memoria”, dice Mauro Viaggi.
Nel paddock ad aspettarlo c’è sempre Deorada, che ha solo 6 anni.
Si vede che lui è tanto più vecchio della cavallina?
“Poco. C’è l’insellatura, ci sono le infossature sopra gli occhi. Io mi accorgo che è diventato più freddoloso: se piove va subito al coperto. Ma nessuno direbbe che ha l’età che ha”, racconta Viaggi.
Anche due giovani veterinarie sono state ingannate dal suo aspetto ‘da giovincello’: “Stavano impazzendo a cercare il microchip. Ma lui non ce l’ha, un tempo i cavalli si identificavano dai segni distintivi riportati sul libretto. ‘Ah, è vero, ce l’avevano spiegato a lezione, ma chi se lo ricordava più?’ E così le dottoresse hanno fatto un bel ripasso”.
Non si smette mai di imparare dai cavalli: e specialmente da quelli con tanta esperienza, come Vincenzino.