Padova, 30 dicembre 2022 – Valentina Galesso ha aperto la fattoria didattica Va Oltre LiberaMente per far sì che le persone possano avvicinarsi al cavallo gestito in maniera il più naturale possibile.
E da qualche tempo ospita anche Ronni, un Appaloosa diventato cieco e a cui potremmo essere utili anche noi contribuendo alla raccolta fondi dedicata a lui: la trovi a questo link.
Ma andiamo per ordine, e facciamoci spiegare da Valentina come vivono i cavalli a Va Oltre.
“Da noi vengono gestiti in piccoli branchi e insegniamo alle persone, ai bambini e agli adulti il il linguaggio dei cavalli. Che ovviamente è molto più facile da comprendere avendo a che fare con cavalli così, proprio perché vivendo similmente alla natura loro diventano anche molto comunicativi. A livello amatoriale poi facciamo discipline legate all’horsemanship e trekking, ma nessuna attività agonistica”.
E Ronni è arrivato appunto dai trekking, ci raccontava.
“Sì, il suo proprietario era uno dei nostri abituali compagni di passeggiata. Ma Ronni a un certo punto nel giro di 20 giorni è diventato cieco a causa di una uveite cronica. Di origine genetica, inarrestabile (lo stallone padre di Ronni è stato segnalato in razza come portatore di questa malattia). E adesso anche il l’occhio è proprio andato giù, perché hanno ceduto i nervi dall’occhio sinistro. Ora vede solo qualche ombra, non percepisce nemmeno l’avvicinarsi della mano all’occhio”.
Un cavallo così non si può tenere dappertutto.
“No, perché urta contro ogni cosa, si deve ancora abituare alla sua condizione che è arrivata nei suoi 17 anni e oltretutto così velocemente. E’ da noi da una decina di giorni, e ora cerchiamo di trovare il modo migliore per farlo vivere con il suo handicap”.
Quali sono i problemi principali?
“Intanto che è un cavallo che era abituato a vivere da solo, non sa stare in branco: era abituato ai cani, ma non a condividere i suoi spazi con altri cavalli e a soddisfare la sua curiosità e passare il tempo con stimoli visivi, osservando la vita attorno a lui. Per cui cominciare ora, da adulto e in questa condizione di cecità a fidarsi di altri cavalli per lui è particolarmente difficile”.
Eppure dovrà imparare a farlo.
“Esattamente: avere un compagno per lui ora è indispensabile. Per questo è stato trasferito da noi, che stiamo cercando di trovargli il partner giusto: ma ci vorrà un po’ di tempo ovviamente. Intanto abbiamo approntato un recinto assolutamente a prova d’urto, perché per lui si tratta di un posto nuovo, che non conosceva prima di diventare cieco e non avendo per ora la concezione degli spazi corre il rischio di farsi male muovendosi. Una volta messo in sicurezza nel suo spazio, potremo fargli provare la compagnia di qualche amico”.
Gli amici vanno scelti…
“Sì, è importante anche che fra loro abbiano la possibilità di conoscersi e di scegliersi, perché ovviamente il suo branco futuro dovrà essere quello che lo sostiene e che lo è che lo protegge”.
E come state procedendo in questo senso?
“Stiamo facendo vari avvicinamenti, nel senso che prima abbiamo provato con una cavalla che lui conosceva da molto tempo perché era quella con la quale faceva più trekking. Però anche questa cavalla non sapeva stare in branco, per cui non ha funzionato molto bene. Poi abbiamo trovato un altro compagno che sembra vada bene, ma ora il problema è creare lo spazio adeguato a che possano stare insieme con la sicurezza richiesta da Ronni: che non può ovviamente essere contenuto con le fettucce elettriche (non ha bisogno di acquisire ulteriori paure) e in più fisicamente è un vero toro, materialone nei movimenti e capace di buttare giù i paletti di legno anche solo appoggiandosi per una grattatina. Il recinto dove l’ho messo lo ha già buttato giù due volte, per dire”.
Non sarà semplice abituare Ronni a tante cose nuove in così poco tempo.
“Infatti nonostante abbia esperienza di cavalli in branco da tanti anni ho chiesto anche la consulenza dell’etologa Rachele Malavasi, per fare un inserimento migliore. Adesso stiamo facendo tentativi con le pony: lui era abituato ai cani, le pony sono molto più piccole di lui e forse lo faranno sentire meno minacciato da una presenza fisicamente troppo ingombrante: i primi segnali sono positivi, con loro fa anche grooming. Vedremo come va: intanto stiamo creando dei paddock dove lui possa stare in sicurezza con limitazioni in tubi metallici, in maniera che se sci va addosso non si fa male e non li butta giù. Ronni ha una percezione enorme del suo spazio, ma anche di chi gli passa vicino però: quindi lui è attentissimo, riesce a non andare addosso alle cose perché le percepisce però nel momento in cui gli viene la paura…beh, allora tira dritto per dritto. Per fortuna è un cavallo dolcissimo, molto affettuoso, e basta anche soltanto la voce di chi conosce per farlo calmare”.
Avete un bel po’ da fare, insomma.
“Già: anche perché Ronni è arrivato giusto nel momento in cui abbiamo organizzato un convegno sull’agricoltura sociale e la pet therapy in collaborazione con Coldiretti e l’Istituto zooprofilattico presso la mia tenuta. Al centro l’importanza del cavallo e di muli, bardotti e asini per gli interventi assistiti e per la didattica mediata dai cavalli. Le linee guida tracciate dall’istituto zooprofilattico sono ben chiare, ma l’applicazione non è spesso così così fedele per cui abbiamo voluto fare questo convegno. In un luogo dove si è potuto vedere direttamente quale è il beneficio reale di far vivere i cavalli in gestione naturale e di fare avvicinare i bambini a questi animali, particolarmente e comunicativi proprio grazie alla loro esperienza di branco. Abbiamo avuto come testimonial anche Progetto Islander con un intervento di Nicole Berlusconi”.
Una settimana di fuoco!
“Ma le cose non succedono mai progetti che stiamo sviluppando ce n’è uno proprio in relazione con una fondazione che si occupa di bambini non vedenti. Poteva arrivarmi un cavallo con una marea di problematiche, perché quanti ce ne sono? Eppure è arrivato lui, cieco. I cavalli per noi umani sono sempre degli esperimenti viventi. Ci permettono di capire tante cose di noi stessi proprio perché vediamo riflesso tutto su di loro in modo molto più naturale”.
E noi come possiamo aiutarvi?
“Aderendo alla raccolta fondi per coprire i costi necessari a creare il giusto spazio vitale per Ronni: la trovate qui, e ringraziamo già da ora per ogni piccolissimo aiuto che potrete dare a Ronni”.
E per rimanere aggiornato sui suoi progressi dai un’occhiata alla sua pagina Instagram, ronni_horse: sembra proprio che le ponette siano riuscite a farlo innamorare…
Perché tutti insieme si fanno cose grandi: ce lo insegnano i cavalli, no?