Sassari, 18 novembre 2020 – Un’isola intera, che piano piano ritorna ad essere la casa di specie autoctone preziose e ormai rare.
E’ l’Asinara, preservata nella sua bellezza da una storia tutta particolare che, oltre a salvare ambiente e panorami unici, ha custodito anche una fauna rarissima e perfettamente adattata al suo microhabitat estremo: cavalli compresi.
L’isola, a poche miglia da Porto Torres e Stintino, è stata abitata da famiglie di pescatori sono al 1885 per essere poi destinata a lazzaretto e colonia penale agricola e quindi anche a carcere di massima sicurezza fino al 1999.
Così si è salvata e preservata da speculazioni edilizie e colate di cemento che hanno devastato tanta parte delle coste sarde, e ha conservato la particolarissima razza di asini bianchi che sono il simbolo stesso dell’Asinara.
Ma oltre agli asini ci sono anche i cavalli dell’Asinara, tutti derivati dai soggetti anglo-arabi sardi che qui venivano utilizzati come mezzo di trasporto e di lavoro sino agli anni ’50.
Sono rinselvatichiti, vivono liberi nella zona di Fornelli e si trovano così bene da essersi riprodotti in abbondanza: per questo dal 2019 l’Ente Parco dell’Asinara cerca di affidare i soggetti più giovani e adatti all’addestramento a chi li desidera.
Qui tutti i documenti per adottare uno di questi splendidi soggetti, che lasceranno l’isola un po’ alleggerita dal carico biologico di una razza il cui successo vitale rischia di limitare le risorse a disposizione di quelle più rare e in pericolo.
Gli aspiranti proprietari di cavalli dell’Asinara non dovranno pensare ad altro costo che al cambio di proprietà e al trasporto necessario per portarseli a casa.
In questa ottica è in corso anche l’allontanamento di tutte le altre specie domestiche rinselvatichite, come gatti, cinghiali e uccelli portati come animali di compagnia dagli uomini che lavoravano qui.
Gazze e corvi, in special modo, sono un grosso problema per gli uccelli selvatici perché ne predano i nidi.
I cavalli allo stato brado attualmente sono 190, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) aveva indicato in circa 80 individui la popolazione sostenibile.
Dal sito del Parco:
Oltre 700 ibridi di cinghiale x maiale derivati dall’incrocio dei maiali rimasti sull’isola al momento della cessazione dell’attività carceraria e dei cinghiali introdotti sempre in epoca carceraria. Anch’essi si presentano come animali alloctoni ed hanno determinato nel tempo gravi problemi alla disseminazione naturale del leccio nella parte nord dell’isola, alla diffusione delle piante bulbose sull’intera superficie dell’isola Asinara e hanno provocato interferenza negative sull’avifauna e sull’erpetofauna.
Il Piano del Parco e diversi studi scientifici ne richiedono la totale rimozione.
Oltre 1700 esemplari di capra, animale estremamente prolifico e resistente, che hanno creato seri problemi alle biocenosi presenti sull’Asinara, con una forte regressione delle specie pabulari specializzate mediterranee o endemiche e con una proliferazione incontrollata delle specie non interessate dal pascolo quali l’euforbia.
Circa una cinquantina di gatti inselvatichiti, animali residuali liberati anch’essi al momento della dismissione del sistema carcerario. Questi gatti inselvatichiti risultano distribuiti in maniera disomogenea sull’isola Asinara e hanno determinato gravi problemi alla conservazione dell’avifauna e dei piccoli anfibi e rettili. Sono animali alloctoni, e non essendo possibile, per la legislazione attuale, allontanarli dal territorio in cui vivono, come richiesto dal Piano del Parco, è stata avviata la loro sterilizzazione.
Per quanto riguarda i cavalli, sono stati allontanati quelli più giovani, perché più facilmente addomesticabili.
Tutti gli animali allontanati sono stati consegnati a vita (non per uso alimentare) e ceduti alle aziende che possedevano i requisiti previsti dalla normativa vigente in fatto di dotazioni e benessere animale. Ad oggi sono stati allontanati 51 cavalli. Prima della movimentazione i cavalli vengono identificati dall’APA (Associazione Provinciale Allevatori) con apposito microcip e sottoposti al test di Coggins, per verificare l’assenza di anemia infettiva.
Per gli ibridi di cinghiale si è operato con un censimento su 21 poste distribuite strategicamente sull’intera superficie dell’isola Asinara. Hanno collaborato a questi monitoraggi il personale del Parco, di Agenzia Forestas, alcuni operatori del Parco e diversi studenti universitari, che in maniera volontaria hanno supportato l’attività. Sono stati inoltre acquistati due droni dal Parco, per facilitare le attività di censimento. Per le catture sono state impiegate 20 gabbie e sono stati allontanati nel 2020, 356 ibridi di cinghiale.
Per le capre, sono state portate fuori dall’isola, oltre 1200 capre. La procedura ha previsto la verifica dello stato di salute generale degli animali da parte del veterinario ATS, il successivo prelievo del sangue e contestualmente l’inserimento del bolo con microchip e l’apposizione della marca auricolare. Il sangue prelevato viene analizzato dall’Istituto Zooprofilattico Regionale che verifica in particolare casi di Brucellosi e Caev. Gli animali sono stati poi consegnati alle aziende ovicaprine che ne avevano fatto richiesta.