Frosinone, 10 agosto 2019 – Un allevatore di cavalli 48enne di Trevi nel Lazio è stato denunciato per «…sottrazione di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento dell’autorità amministrativa”, “simulazione di reato” e “diffusione di una malattia degli animali”».
Le “cose” in questione erano 5 cavalli affetti da anemia infettiva equina che gli erano stati posti sotto sequestro dal servizio veterinario del distretto di Anagni e Alatri, in quanto affetti dalla patologia contagiosa: l’uomo, per altro già noto alle forze dell’ordine per spaccio, detenzione illegale di armi, calunnia ed abbandono di animali li aveva venduti insieme ad altri 2 di sua proprietà, per un totale di 4.800 Euro, ad un altro allevatore di Savoia della Lucania (Potenza) e ne aveva poi denunciato il furto ai Carabinieri di Trevi del Lazio.
Che hanno però percepito qualcosa di poco chiaro nella vicenda, e grazie alla collaborazione dei loro colleghi di Vietri di Potenza, dei Carabinieri Forestali e dell’Asl di Potenza hanno rinvenuto, identificato e sequestrato i 7 cavalli di cui era stato denunciato il furto nell’allevamento lucano.
Evidentemente quando, dopo le notizie con tanta enfasi diffuse nelle settimane scorse sugli 80 furti di cavalli in Lazio, l’Arma suggeriva dei distinguo tra i vari casi aveva delle buone ragioni per farlo.
A parte questo, vogliamo pensare a dove sarebbero finiti questi cavalli ammalati e privi di documentazione anagrafica corretta secondo le volontà di chi aveva tentato la truffa?…nel piatto di qualcuno, ovviamente.