Borzonasca – Centomila euro (e passa) per la gestione dei cavalli selvaggi dell’Aveto: questo l’accordo raggiunto da Ministero della Salute e Regione Liguria, che consentirà di intraprendere iniziative a protezione dei branchi di cavalli rinselvatichiti che popolano la zona (e ormai diventati protagonisti del turismo naturalistico in perfetto stile horse watching) ma anche a favore degli agricoltori locali, che non sempre vedono di buon occhio lo sconfinamento dei cavalli nei loro terreni e nelle vicinanze dei centri abitati.
Nei prossimi giorni verrano illustrate le modalità di intervento, probabilmente il censimento dei soggetti esistenti sarà il primo passo verso la determinazione della capacità portante del territorio, a cui seguirà l’individuazione dei soggetti riconducibili a proprietari privati (tramite eventuali microchip o marchi) e di quelli effettivamente nati in libertà e che vivono attorno al lago di Giacopiane: un invaso artificiale costruito negli anni ’20, con tanto di tempietto Liberty a ornare la diga con le sue colonnine eleganti che sembrano ancora stupite di trovarsi quassù a 1020 metri sul livello del mare, in mezzo a faggi e lupi.
E cavalli: circa 75 soggetti rinselvatichiti, che da generazioni si sono nascosti quassù perdendo (quasi) ogni contatto con l’uomo e tornando con estrema naturalezza alle abitudini dei loro antenati selvaggi.
Che derivino da razze ben precise è evidente: molti degli stalloni potrebbero fare buona figura nei concorsi morfoligici dedicati ai Bardigiani, alcune fattrici hanno una testolina da Arabo della più squisita fattura e altre denunciano chiaramente, con il loro mantello sauro lavato, una discendenza Haflinger molto ben riconoscibile.
Ma la lontananza dai condizionamenti umani ne ha ripulito il comportamento, e oggi questi branchi (i cavalli dell’Aveto sono divisi in circa sette gruppi, che si dividono il territorio disponibile) sono una piccola, perfetta rappresentazione di gruppi equini selvatici ben più consistenti e famosi come i Mustang del Nord-America, giusto per fare un esempio.
Qui la fonte della notizia, da Il Secolo XIX