Bologna, mercoledì 9 febbraio 2022 – Ha portato a termine il suo discorso ringraziando i dipendenti e le maestranze. E poi ha detto una frase che oggi più che mai assume un significato di grandissima forza: “Il mio orgoglio dopo tutti questi anni è quello di non aver mai licenziato nessuno”. Una frase commovente, per ciò che rappresenta e per il senso profondo che contiene.
Aurelio Mutinelli ha concluso così il momento più toccante della festa che si è tenuta ieri, nei locali della storica selleria Pariani in via Capecelatro a Milano: il momento in cui tutti i convenuti si sono ritrovati intorno a lui per lo spegnimento delle candeline. Una candelina sul numero nove, una sul numero zero: esatto, novant’anni… Novant’anni di un uomo che ne ha dedicati più di settanta al suo lavoro, al lavoro in selleria, per realizzare quegli oggetti ammirati ovunque come prodotti di eccellenza dell’artigianato italiano del settore.
Ieri gran parte del mondo dell’equitazione e dello sport equestre si è ritrovata per festeggiare questo uomo semplice e geniale, ancorato ai sani vecchi principi dell’onestà imprenditoriale: “Io sono figlio di contadini”, ha detto Aurelio Mutinelli, sottintendendo che tutta la sua etica del lavoro nasce da lì, da quell’attività che non si può nascondere dietro artifizi di alcun tipo dato che ne è protagonista la natura con i suoi ritmi e i suoi tempi.
Il negozio Pariani di via Capecelatro si è animato così di luci e colori e dolci e persone, per la festa organizzata da Caterina e Carlo Mutinelli in onore del loro meraviglioso papà: Arnaldo Bologni, Roberto Arioldi, Fabrizio Ambrosetti, Giuseppe Moretti, Giorgio Masiero, Mario Turner… e tanti, tanti altri tra amazzoni, cavalieri, amici, clienti, giornalisti hanno festeggiato Aurelio… Ma anche Luisa, compagna di una vita: componente indispensabile per la realizzazione di un’impresa di successo. La storia di una famiglia, insomma: perché, come è già stato detto a suo tempo, si scrive Pariani, ma si legge Mutinelli.