Lucca, 6 settembre 2022 – Mettere le etichette alle persone è sbagliato, ma non solo: è anche un efficace strumento sociologico, molto usato da chi vuole mettere distanza tra diversi gruppi di persone.
Dividi et impera, ancora una volta: e succede anche quando si usano parole come ‘animalisti‘ , ‘specisti‘ e via dicendo.
Generalmente ci si casca con tutte le scarpe: dalle Curve Sud degli stadi calcistici ai campanilismi di medioevale memoria la strategia funziona sempre benissimo, per non parlare poi delle contrapposizioni politiche più o meno spinte.
Ma non tutti sono così sciocchi, non tutti sono così ingenui, non tutti sono così irragionevoli da vomitare addosso le proprie frustrazioni a qualsiasi persona che sia definita in modo opposto o anche solo diverso dal proprio.
Ad esempio, prendiamo Marika e Sabrina: la prima è la Bimba della Carrozza, Marika Iavarone, una fiaccheraia che con i suoi due cavalli lavora nel centro storico di Lucca.
La Seconda è Sabrina Cini, una signora vegana che ha scelto di fare tutto quello che può per i gatti: ne ha una trentina in casa, tutto il suo stipendio lo usa per nutrire, curare e salvare i randagi che capitano nel suo raggio di azione.
Due elementi che si sono scontrati sui social all’inizio, Marika che difendeva il suo lavoro e il suo modo di vivere con i cavalli e Sabrina che la accusava di crudeltà.
Sapete come è finita?
Che adesso sono amiche, e Mario e Luigi (i cavalli di Marika) vengono sfruttati facendo mangiare carote offerte dalle persone che, dietro piccola offerta destinata a mici bisognosi di tutta Italia, hanno il privilegio di far loro una coccola.
Abbiamo chiesto a una delle due protagoniste di questa storia bella come sono andate le cose: Marika la conosciamo già, quindi questa volta abbiamo scelto di parlare con Sabrina.
“Il merito è tutto di Marika” esordisce in modo deciso Sabrina, “io ero molto prevenuta nei suoi confronti: sono una volontaria, mi reputo una animalista perché nel mio piatto non passano carne né pesce, non bevo latte, non mangio uova, non indosso cinture o scarpe o borse di pelle o giacche in piuma d’oca. Dedico tutto il mio tempo libero ai gatti randagi, amo da impazzire tutti gli animali ma ho un rapporto speciale con i gatti. E ho scelto di concentrarmi su di loro anche perché occupano meno spazio, quindi in casa mia (e di mia madre, anche quella ormai un gattile) riesco a salvarne di più”.
Come hai conosciuto Marika?
“Credevo che i suoi cavalli stessero male, fossero sofferenti, correvo dietro questa scia accusatoria e in vari scontri tra me e Marika – sempre scontri civili però, dove io e lei eravamo ferme sulle nostre posizioni ma non ci siamo mai offese – in uno dei tanti post dove chiedevo aiuto per le pappe dei randagi Marika mi mandò un messaggio chiedendo di potermi fare una donazione. Io presi la palla al balzo, le risposi no per la donazione perché io non prendo soldi ma le dissi che avrei accettato le pappe per i gatti anche perché sarebbe stata un’occasione per conoscerci di persona”.
E come è andata?
“Mi ha invitata dove tiene i cavalli, e sono andata con mio marito perché 4 occhi vedono meglio di 2. Proprio perché ero prevenuta. Ma ho visto la verità: i suoi cavalli che sono ben tenuti, belli e sani. Ma vorrei soffermarmi veramente in modo particolare sul rapporto che Marika ha con i suoi cavalli è l’identico rapporto che noi abbiamo con i nostri gatti di casa. Noi abbiamo gatti di casa gelosi tra loro, se mio marito accarezza un altro gatto vanno da lui e si mettono in mezzo – io meno perché ormai sono solo la apriscatolette e puliscilettiera, è lui quello demandato alle coccole e ai giochi – e i cavalli di Marika sono gelosi uno dell’altro proprio per il rapporto che Marika ha con loro. Se presta più attenzione a Luigi Mario è geloso, e viceversa”.
Questo noi ‘cavallisti’ lo sappiamo bene, è quello che succede alla stragrande maggioranza di noi: la cosa difficile è proprio che non riusciamo a farlo capire a chi i cavalli non li conosce.
“Infatti è quello che capita a chi ama gli animali, anche coi cani e anche coi figli per chi ne ha. E questo appunto fa capire quanto sia speciale il rapporto che Marika ha con i suoi cavalli. No, davvero, i suoi non sono cavalli sofferenti”.
E’ un rapporto speciale ma molto, molto comune tra chi ama i cavalli la cosa che ci fa soffrire che non riusciamo a farlo capire.
“Ora vi capisco”.
Certo c’è anche chi li tratta male, ma è una minima parte di noi.
Forse è tipico di ogni genere di consorzio umano: avere una certa percentuale fissa di persone per bene, e un’altra di persone che non sono per bene.
E’ questo che ci dà il dolore di non riuscire a far capire ad alcuni che si può avere un cavallo, usarlo, lavorare con lui, volergli bene e farlo stare bene: e che anzi è la condizione più comune tra di noi ‘cavallisti’.
“L’ho colto grazie a Marika, lo ripeto, tanto è vero che quando ci siamo incontrate ho ammesso di aver sbagliato fino a quel momento con lei. Poi mi ero informata anche da alcuni veterinari. Noi animalisti stiamo tanto dietro agli animali, ma io mi chiedo: anche per i trasporti non sarebbe meglio avere più cavalli e meno auto? Ci siamo mai soffermati a pensare a quanto inquiniamo con i nostri spostamenti, quanto male facciamo al mondo? Una volta i cavalli servivano a questo, e proprio per questo erano talmente importanti. E poi se tutti gli animali dovessero essere liberi dove potrebbero vivere? Noi stiamo togliendo tutto agli animali, tutto lo spazio, tutte le risorse. A me dispiace essere stata una delle tante che l’attaccava, davvero è sempre importante vedere il caso singolo. Marika è una brava ragazza e tiene molto bene i suoi cavalli, ce ne saranno alcuni che non sono così ma non possiamo fare di ogni erba un fascio. Ci sono anche volontari animalisti ai quali non affiderei nemmeno una pulce: ma questo non vuol dire che tutti i volontari animalisti siano incapaci, o facciano danni. Per questo mi danno fastidio le etichette”.
Come è saltata fuori l’idea delle carote donate a favore dei gatti randagi?
“Ho visto il rapporto bellissimo che ha con i suoi cavalli quindi ci siamo rilassate, lei mi ha fatto parlare di quello che faccio. E voleva donare ai randagi una parte del costo di ogni giro in carrozza fatto da lei con Luigi e Mario. Ma io le ho detto che ancora non sono pronta a questo, perché se adesso so che Luigi è forte e fa qualcosa che sa e può fare benissimo nel caso lo vedessi sotto il sole alle due di pomeriggio ci starei male, come starei male io al posto suo quindi non mi sentirei di prendere quei soldi. Allora Marika mi chiama dopo qualche giorno e mi fa: ‘Ho pensato a una cosa più carina: chi vuole può fare un’offerta per dare una carota a Luigi o Mario quando io sono ferma, e doniamo il tutto ai cani o ai gatti randagi’. Al che io da persona che non conosce i cavalli le ho chiesto ‘Ma quante carote può mangiare un cavallo in un giorno, non vorrei si sentisse male perché questo poi mangia carote su carote!!!”
Qui immaginatevi una risata di quelle di cuore, fatte proprio di allegria.
“Mi vedevo Luigi che mangiava continuamente carote e stava male…Ma Marika mi ha rassicurata su questo punto, quindi ho accettato ben volentieri questa bellissima idea. Da qui ho deciso che tutte le donazioni non arriveranno a me, per evitare qualsiasi critica che so benissimo potrebbe arrivare. Conosco tante ragazze che non fanno parte di associazioni e aiutano tanti gatti: i primi 105 Euro guadagnati (con che fatica, n.d.r.!!!) da Luigi sono andati ad Alice Quilici, per curare l’ex-gatto randagio di colonia con un tumore, Nonnino, che lei ha inserito in casa per poterlo seguire meglio. Nonnino si è adattato benissimo alla vita domestica, e fa le sue cure anche grazie al grande sacrificio di Luigi!”.
Morale di questa storia?
Che le etichette ‘animalista’ e ‘cavallista’ servono solo a confondere le idee, l’unica divisione vera è quella tra chi tratta bene gli animali echi li tratta male.
E se si rimane umani, civili, gentili si possono scoprire persone meravigliose che solo apparentemente sono diverse da noi, solo per una etichetta stupida appiccicata con chissà quale diritto.
Che se scegliamo di andare incontro agli altri in modo positivo e conoscerli davvero, nella vita vera e non solo su questi benedetti e stramaledetti social, possiamo scoprite tesori di umanità.
E che sono più le cose che ci uniscono, di quelle che ci dividono.
Ma soprattutto: che nessun cavallo sta soffrendo, mentre viene sfruttato per masticare carote!!!
Grazie a Sabrina e a Marika, con tutto il nostro cuore: perché di storie così, storie di pace, ne vorremmo raccontare tutti i giorni.
Luigi e i donatori
Sotto questa fotografia Marika ha scritto, sulla sua pagina Facebook: “Questi bambini per 2 giorni di fila si sono presentati in piazza per dare le carote a Luigi, lasciandomi i soldini per le donazioni per i cani e gatti abbandonati mi hanno anche lasciato un regalo, un disegno.
”