Bologna, 17 dicembre 2021 – Sarà che è emiliana e la predisposizione al contatto umano ce l’ha nel Dna, sarà che è il ritratto della persona solare.
Ma parlare con Marcella Comellini, moglie di Mirco Casadei e mamma di Giacomo, è sempre facile e piacevole.
Come succede in molte famiglie ‘equestri’, è lei che si occupa quotidianamente del benessere dei cavalli di casa: la persona giusta cui chiedere consiglio.
“Sono nata con la passione dei cavalli. Da ragazza montavo e ne avevo preso uno a fida, poi sono riuscita finalmente ad averne uno mio”, ci racconta Marcella “e come tutti ho fatto i miei errori, all’inizio: ma è normale, è la non conoscenza che ti fa sbagliare”.
Un consiglio per evitarne il più possibile nella gestione del benessere del cavallo?
“Trovare sempre una persona di riferimento, l‘uomo di scuderia che vedi più esperto e ha più idee, personalmente ho imparato tanto guardando gli altri groom. Poi ci sono miriadi di cose da curare ogni giorno…”.
Scegliamone una che per lei è fondamentale.
“Non farei mai mancare ai miei cavalli la loro accurata strigliata quotidiana, il governo della mano fatto come si deve e non tanto per fare, come vedo fare a molti. E’ una delle cose principali perché evita dermatiti e tanti piccoli problemi. Non è così elementare, fatta bene porta via tempo”.
L’attenzione ai cavalli che si fa più fatica a insegnare?
“La corretta pulizia dei piedi: nessuno si sofferma, eppure è fondamentale. Prendi il cavallo, lo porti fuori dal box, gli pulisci bene i piedi; dopo il lavoro togli per bene tutta la sabbia, se lo bagni asciughi bene e poi metti il grasso. In estate prima dai il grasso poi lavi il cavallo, perché con le docce quotidiane l’unghia un po’ si sfalda e poi dà problemi. Già passare il grasso adeguato in estate e un altro più adatto per l’inverno aiuta a evitarne tanti, come la rottura dell’unghia o il fettone marcio. La gente di solito non le dà molta importanza, forse perché non sono abituati a fare troppa fatica: ma il benessere del piede dà
benessere al cavallo. Facile passarli con l’acqua e buttarli nel box, ma non è così che funziona”.
La più difficile da fare tra le cure di scuderia?
“La tosatura: ogni cavallo la prende in modo diverso, devi stare attento perché rischi calci e rampate. Ma va fatta con attenzione perché puoi creare anche problemi ricorrenti, rischi che il cavallo non si lasci più avvicinare con la macchinetta. Meglio la faccia chi sa, gli altri osservino e imparino: la tosatrice si scalda, diventa bollente, i cavalli si infastidiscono. E lo ricordano benissimo”.
Anche le fasce richiedono attenzione.
“Possono fare tanti danni, creare risentimenti dai tendini alla circolazione: bisogna imparare a farle bene, come tutte le cose. Quelle da riposo le faccio solo ed esclusivamente quando saltano, per il resto mi piace che la gamba, la pelle, il pelo respirino e li tengo nel modo più naturale possibile”».
L’ultima cosa che ricordi di aver rubato con gli occhi?
“Un groom straniero, molto bravo, che dopo aver lavato le gambe al suo cavallo per pulirlo dalla sabbia silicea usava il borotalco prima di mettere le fasce, così da asciugare perfettamente la pelle: non l’ho ancora fatto perché non ne ho l’esigenza, e sono del parere che se le cose funzionano bene non vadano cambiate. Ma potrebbe servirmi in futuro, se a uno dei miei cavalli venissero le ragadi ad esempio”.
Il trucco dei trucchi di scuderia?
“Fare tutto con grande passione: è lei che ti fa fare tutto al meglio. Magari mi soffermo 5 minuti in più di un altro in ogni cosa, non tiro mai via, dal tempo di strigliatura a quello del ghiaccio alle gambe. In tanti non vedono l’ora di finire e fare altro, a me piace esser in scuderia dalle 5 di mattina alle 7 di sera. E’ così che tieni sott’occhio i cavalli, vedi se uno ha un problema”.
Per fare bene il groom il trucco è la passione. Fondamentale capire che perdere 10 minuti in più nella cura del benessere del cavallo vuol dire esser più scrupolosi. Poi pensiamo che i cavalli atleti stanno in box anche 20 ore al giorno: in quelle ore facciamoli stare bene, in compagnia, considerati e coccolati.
“Alla fine ci fanno fare quello che vogliamo noi” continua Marcella, “fosse per loro sarebbero liberi: glielo dobbiamo di essere curati con amore. E nella mia vita equestre ho sempre visto che i cavalli a cui mi sono affezionata personalmente, quelli per cui magari perdi quei dieci minuti in più perché ti hanno rubato il cuore, quelli che stai lì a coccolarli alla fine sono sempre quelli che ti danno di più. É sistematico: perché loro sentono quello che gli trasmetti, e te lo restituiscono».
Grazie Marcella: perché alla fine è l‘amore che muove i cavalli, e l’altre stelle.