Bologna, 5 dicembre 2024 – Avvocato, imprenditore, membro di giunta del Coni e dal gennaio 2017 alla guida degli sport equestri italiani, un mondo nel quale è cresciuto da cavaliere praticante.
In più ha svolto il servizio militare come sottotenente dell’Arma al IV° Reggimento Carabinieri a cavallo: e chissà se nel suo futuro il Sottotenente Di Paola vedeva già un impegno federale.
Facile capire perché Marco Di Paola non manchi mai al Master d’Italia indoor di salto ostacoli legato alla memoria del Generale Dalla Chiesa.
Presidente, lei è al terzo mandato alla guida della Federazione Italiana Sport Equestri: in cosa è diverso questo Marco Di Paola da quello della prima candidatura?
«Certamente è un Marco Di Paola sempre più attento a quelle che sono le esigenze di tesserati, circoli ippici, istruttori e tecnici, considerati dall’attuale dirigenza la spina dorsale del nostro mondo. L’avvento della Riforma dello Sport ha trasformato i nostri centri in vere e proprie aziende, i nostri operatori in veri professionisti, ai quali la Federazione, compatibilmente con le innumerevoli modifiche normative, deve ogni giorno dare la migliore assistenza possibile».
Le elezioni Fise dello scorso settembre sono state, a dir poco, combattute: a tre mesi di distanza cosa rimane di quei giorni?
«Di quei giorni, di sicuro, un grande dispiacere di non aver potuto vedere l’atteggiamento sportivo che mi sarei aspettato di vedere in una competizione, seppure fuori dal campo, che ha decretato vincitori e vinti. Per quel che mi riguarda…per quel che riguarda il mio Consiglio federale, posso dire che stiamo soltanto pensando, giorno dopo giorno, quello che facciamo ormai da due quadrienni con un unico obiettivo: fare il meglio per il nostro sport. Non solo da un punto di vista sportivo, ma anche organizzativo. Di tutta una serie di attività necessarie per la vita di tutte le figure tecniche e le organizzazioni che gravitano nel nostro mondo»
Proprio davanti all’assemblea elettiva lei ha detto che ‘Noi abbiamo dei cavalieri straordinari: ci mancano i cavalli’, un leit-motiv ormai secolare in Italia (le rimonte erano un problema anche in ambito militare già prima della Grande Guerra del ’15/’18). Come pensa di agire per migliorare la situazione?
«Confermo. L’Italia può contare su cavalieri e amazzoni straordinarie in grado di competere ai massimi livelli. Cavalieri e amazzoni che, adeguandosi correttamente ai tempi che corrono, sono stati in grado di organizzare le proprie scuderie come se fossero delle vere aziende, con un’attenzione particolare alla programmazione di tutte le attività. Dall’alimentazione al lavoro dei cavalli, dall’organizzazione del lavoro agli spostamenti e così via; nulla è lasciato al caso. Questo ha fatto la forza di ognuno di loro. Credo sia impensabile, e a confermarlo è la storia della nostra Federazione, che sia la FISE ad acquistare e mantenere cavalli. Guardo più a cordate di imprenditori o sponsor che, consorziandosi, possano mettere a disposizione dei nostri ragazzi cavalli di qualità, oltre a quelli già qualitativi che hanno a disposizione».
Esprima un desiderio: è quasi Natale, pare che gli elfi che gironzolano per il G.e.s.e. abbiano super-poteri del tutto speciali.
«Credo che, interpretando un po’ il pensiero di tutti gli appassionati di sport equestri, il sogno che speriamo si avveri presto è quello di riportare una medaglia olimpica nelle nostre bacheche. Nelle recenti edizioni dei Giochi Paralimpici, invece, una straordinaria Sara Morganti ci ha permesso di vivere momenti indimenticabili con i due bronzi di Tokyo 2020 in sella a Royal Delight e con l’argento e il bronzo conquistati su Mariebelle a Parigi 2024».
I sogni abitano nel futuro, ai desideri servono basi solide nel presente: vediamo un po’ che diranno gli elfi…